Teniamo in fondo ai pronostici The Breadwinner di Nora Twomey e Anthony Leo e Baby Boss di Tom McGrath e Ramsey Ann Naito. Il primo, con produttrice esecutiva Angelina Jolie, pur essendo la storia di una bambina che si ribella ai draconiani divieti contro la donna dei talebani afgani, e pur avendo il pedigree creativo e produttivo degli irlandesi di Cartoon Saloon (quelli del candidato agli Oscar 2014, Song of the sea), non ha quella compattezza di linguaggio e la piena maturità da lungometraggio d’animazione che non va oltre il contenuto politico forte. Il secondo, invece, produzione Dreamworks, pur nella disinibita e spiritosa prepotenza anche un po’ misogina del protagonista Baby Boss, ricade nel calderone degli schizzi provenienti dall’affare “Weinstein” perché il protagonista, appunto è doppiato da Alec Baldwin, altra figura non uscita del tutto limpida dai battibecchi sul tema della difesa delle donne dalle molestie sessuali.
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione