Parlando a Italia 18 su SkyTg24, l'ex premier chiarisce di non essere disposto a lasciare in caso di sconfitta del Partito democratico. Poi aggiunge che l'assenza di una maggioranza dopo le urne sarà anche colpa di chi ha votato no il 5 dicembre 2016
“Io sono pronto a parlare di programmi, da qui a domenica. Non ci sarà nessun passo indietro e trovo sconcertante che tutto il tema della campagna elettorale sia quel che faccio io. Se pensate che passiamo l’ultima settimana a parlare del dopo, avete sbagliato destinatario“. Resterà segretario del Pd Matteo Renzi, a prescindere dal risultato delle urne di domenica. Parlando a Italia 18 su SkyTg24 chiarisce di non essere disposto a lasciare in caso di sconfitta del Partito democratico, che gli ultimi sondaggi prima dello stop davano sotto il 22%. Una percentuale al di sotto della ‘soglia Bersani’, ovvero sotto il 25% che il partito conquistò nel 2013, che segna anche un crollo verticale rispetto al risultato delle europee 2014, dove i dem erano arrivati al 40%.
Il segretario del Pd mette in chiaro di volere rimanere dopo il 4 marzo, mentre all’interno del partito da settimane già si discute di una eventuale successione in caso di sconfitta. E circolano i nomi di Paolo Gentiloni e Nicola Zingaretti alla guida del partito. Quella di dichiarare fin da ora di volere rimanere in sella è una scelta opposta rispetto a quella che il segretario dem aveva fatto prima del referendum costituzionale, bocciato dal 60% degli elettori. Allora si era dimesso da presidente del Consiglio anche se da dicembre 2015 e per tutta la campagna referendaria aveva annunciato che con una sconfitta al referendum la sua esperienza politica era da considerare fallita. Così non è stato, ma sul tema torna anche oggi a SkyTg24, dove l’assenza di una maggioranza sarà anche colpa di chi ha votato no il 5 dicembre 2016.
“Se il 5 marzo non ci sarà maggioranza è anche perché si è voluto dire di no a una riforma costituzionale che semplificava il sistema – ha detto -. Il 5 marzo sarà un problema che affronterà il presidente della Repubblica: noi il governo con gli estremisti non lo facciamo, in Europa nessuno lo capirebbe. La responsabilità di aver rotto l’accordo del Nazareno è di Berlusconi. Ho perso il referendum ma lo rifarei domattina”. Su twitter sono tanti gli utenti che commentano le sue dichiarazioni, in particolare quella di non fare nessun passo indietro in caso di sconfitta. E in molti evidenziano come non sarà lui a dovere decidere del suo destino all’interno del partito.