“Prima che il Gallo canti… Il vangelo secondo Andrea”, scritto e diretto da Cosimo Damiano Damato, con Don Andrea Gallo e i contributi di molti volti noti, dal mondo dello spettacolo a quello della musica, è il film documentario visibile in esclusiva sul sito e sulla app di TvLoft. Attraverso la voce del prete partigiano e quella dei personaggi che lo hanno conosciuto (solo per fare qualche nome: Vasco Rossi, Roberto Vecchioni, Francesco Guccini, Dario Fo, Paolo Rossi, don Ciotti, Maurizio Landini e Dario Vergassola), il docu-film tratta il tema del rapporto tra musica e fede. Don Gallo è stato un esempio d’amore, solidarietà e fratellanza. Da sempre schierato a favore degli emarginati, fossero drogati, transessuali o poveri, desiderava una “Chiesa che non sia sempre pronta a condannare, ma sia solidale, compagna”, come scriveva su Twitter subito prima di morire.
“Se esistesse davvero il Paradiso, credo che si annoierebbe a morte”, ironizza Piero Pelù. Fiorella Mannoia lo ricorda, invece, come un grande uomo e dice: “Parlava della religione, della sua chiesa, in maniera del tutto opposta a quella che noi siamo abituati a sentire. Questa era la sua forza, è la forza dei grandi uomini”. Anche Caparezza loda la figura di Don Gallo e sostiene: “La frase biblica ‘Io sono negli occhi del tuo fratello’, mi porta a pensare che c’è Cristo anche nella figura di Don Andrea”. Grazie alla voce dei protagonisti, non si ricostruisce soltanto la figura di Don Gallo, ma anche il loro rapporto con la fede. Federico Zampaglione spiega: “Dio si manifesta in quello che fai… Per cui ti ritrovi con una chitarra a fare un giro d’accordi e improvvisamente diventa una canzone. C’è un qualcosa di religioso in tutto questo”. Anche la musica può, dunque, essere una forma di credo: “Ogni testo secondo me ha un riferimento biblico. Don Gallo diceva che Fabrizio De Andrè evangelizzava attraverso le sue canzoni”, racconta il cantautore Sergio Cammariere. Un pensiero rivolto a Don Andrea arriva anche da Erri De Luca: “Voleva far scaturire la beatitudine dove la sua fonte, il suo maestro, gli aveva detto che c’era la sorgente. In mezzo agli ultimi, agli avviliti, ai calpestati di cuore”. Poi, lo scrittore napoletano si lascia andare a un augurio: “Aspettiamo di trovare altri Don Gallo in giro, per le strade”.