Rovereto è il primo comune d’Italia che promuove la difesa dei propri dipendenti dal rischio TecnoStress, malattia che scaturisce dall’uso continuo delle nuove tecnologie digitali. In che modo? Manda quattro funzionari a studiare i sintomi e le tecniche di prevenzione, iscrivendoli al corso “Prevenire il TecnoStress in azienda” tenuto il 22 febbraio a Trento da Sabrina Baldo, formatrice della mia scuola PND Netdipendenza che dal 2007 si occupa di prevenzione dei rischi digitali nell’infolavoro digitale. Gli incaricati che hanno il compito di apprendere i pericoli di questa nuova malattia professionale sono Cristian Schmid, Massimiliano Cavalieri, Antonio Conci e Sandro Simoncelli. A conclusione del corso, hanno ricevuto un attestato che rispetta le indicazioni del Decreto leglistativo 81 del 2008 in materia di sicurezza sul lavoro.
E’ una notizia importante, che merita una riflessione. In Italia ci sono 7982 Comuni e tutti usano le nuove tecnologie connesse a internet. Dipendenti e funzionari gestiscono ogni giorno un flusso di informazioni in costante aumento: dati da memorizzare, modificare e condividere. Messaggi di posta elettronica, video, pagine social, comunicazioni attraverso le App di instant messagging come WhatsApp e Messenger. Il loro lavoro si è spostato su cellulari e tablet. Insomma, il rischio TecnoStress è concreto per le migliaia di dipendenti comunali always on, cioè sempre connessi. Chi difende la loro salute dai sintomi di questo insidioso disturbo?
La legge italiana impone la formazione preventiva su tutti i rischi, incluso ogni forma di “stress lavoro correlato”. Eppure, ad oggi, questo problema non è affrontato in modo adeguato. I sintomi del TecnoStress possono essere anche gravi: insonnia, ipertensione, disturbi cardiocircolatori, attacchi di panico, depressione. Le conseguenze invalidano la vita del lavoratore, ma si ripercuotono anche nelle famiglia e le relazioni.
Il problema, in realtà, coinvolge tutta la Pubblica Amministrazione. Parliamo di milioni di lavoratori pubblici. Il legislatore nel 2008 ha approvato un Testo Unico per la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, prevedendo anche le malattie che scaturiscono dall’uso dei videoterminali. Ma in quel periodo esistevano ancora i computer a tubo catodico, che poi sono scomparsi poco dopo, sostituiti dalla tecnologia touch e dagli schermi ultrapiatti. Il TecnoStress, intanto, è diventato nel 2007 una malattia professionale in seguito a una sentenza della Procura di Torino, emessa dall’ex giudice Raffaele Guariniello. Quindi la norma vigente è vecchia e va aggiornata.
Il Comune di Rovereto, appartenente alla provincia autonoma di Trento, apre dunque la strada alla prevenzione del rischio TecnoStress e dà una lezione a tutti gli altri comuni italiani. Il suo sindaco, Francesco Valduga, una laurea in Medicina e chirurgia, ha compreso bene il rischio e manda a studiare i suoi Rspp (responsabili del servizio prevenzione e protezione), cioè le figure obbligatorie per legge in ogni ente pubblico. Chi sarà il prossimo comune che seguirà?
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