Quella sventolata sabato in piazza Duomo al comizio del leader leghista Matteo Salvini da alcuni suoi sostenitori non è un vessillo neonazista, bensì la bandiera del Kekistan, uno Stato immaginario inventato per ridicolizzare il "politicamente corretto" e prendersi gioco dei media mainstream, che infatti ci sono cascati
Dopo la manifestazione organizzata dalla Lega in piazza Duomo a Milano sabato, dove Matteo Salvini ha giurato sul Vangelo, è circolata in Rete la foto di un ragazzo presente tra i sostenitori con cappellino rosso in testa della campagna elettorale di Donald Trump e in mano una bandiera verde con quattro “K”, che ricorda la Reichskriegsflagge nazista. La notizia è stata ripresa anche da alcuni giornali, che hanno titolato “Bandiera neonazista al comizio di Salvini” ma si tratta di una fake news. Quello sventolato da alcuni sostenitori del Carroccio infatti, non è un vessillo neonazista, bensì la bandiera del Kekistan, uno Stato immaginario inventato dagli utenti della sezione “pol” di 4chan, un popolare portale americano che ha dato i natali anche al fenomeno Anonymous.
Si tratta di una presa in giro, un “meme” che, come spiega il sito Know Your Meme, è stato creato nel 2015 e ha poi preso piede nel 2016 durante la campagna elettorale per le presidenziali americane, occasione in cui è comparso spesso nei comizi di Donald Trump. I “kekistani” (ossia gli “abitanti” dell’immaginario Kekistan) adorano Kek, una “divinità” ripresa dalla mitologia dell’antico Egitto, simbolo del caos e dell’oscurità e con la testa da rana (come il più famoso “Pepe the frog“) che, nella logica del meme, è stata creata per divertimento, per prendere in giro sia i liberali che i conservatori e rimarcare un punto a livello politico.
Il Kekistan insomma, è un’invenzione nata per ridicolizzare il “politicamente corretto” e prendersi gioco dei media mainstream. David Neiwert, fondatore di Alt-America, movimento politico statunitense che promuove ideologie di destra alternative a quelle tradizionali, lo definisce come l’“apoteosi della bizzarra realtà alternativa dell’alt-right: da un lato è giovanile, trasgressiva e razzista; dall’altro tradisce un’aspirazione pseudointellettuale.” Non è un meme di immediata lettura, insomma, e racchiude vari significati. Con le sue quattro “K” infatti, la bandiera del Kekistan ricorda molto quella di guerra della Repubblica di Weimar e, a prima vista, i due simboli possono essere facilmente confusi: un’analogia voluta dagli ideatori per sbeffeggiare chi li etichetta subito come “neo nazisti”.
Così, a sventolare questo vessillo sabato in piazza Duomo sono stati alcuni sostenitori del leader del Carroccio, seguaci della pagina Facebook Dio Imperatore Salvini, fanpage attiva da qualche mese e che diverse volte ha attaccato gli avversari politici, in particolare la presidente della Camera Laura Boldrini . Una ripresa in chiave italiana di quella omonima creata per il presidente Trump oltreoceano, God Emperor Trump. Ed era tutto programmato: nei giorni scorsi i ragazzi avevano deciso di organizzare il loro primo raduno proprio durante il comizio di sabato. “Ci vediamo oggi alle 14 davanti alla statua equestre in Piazza Duomo a Milano — avevano scritto sabato mattina —. Ci riconoscerete per una bandiera del Kekistan alta 3 metri. A dopo fratelli”. Ed ecco spiegato anche il perché del cappellino rosso con la scritta “Make America Great Again“.
Sulla questione è intervenuta anche la stessa Lega: “Con le campagne contro le bandiere del Kekistan la sinistra ha raggiunto il culmine del ridicolo. Al confronto era più lucido Don Chisciotte a combattere contro i mulini a vento. Ora ci aspettiamo che Emanuele Fiano e il popolo ‘antifascista’ sfoderino le prossime campagne: contro Neverland o contro i pericolosi Umpa Lumpa. Ecco perché chi l’ha utilizzata per la propaganda antifascista ha ottenuto un risultato storico: coprirsi di ridicolo e scivolare in una clamorosa gaffe”, concludono i leghisti.