I bambini e la sicurezza stradale. Un tema sempre caldo su cui è importante non abbassare la guardia. Come dimostra l’ultimo “Rapporto sulla sicurezza dei bambini” dello European Transport Safety Council, di cui fa parte anche l’ACI, che mette in evidenza come dal 2006 al 2017 in Europa siano deceduti 8.000 tra bambini e ragazzi a causa di incidenti stradali. In pratica, si legge nel rapporto, un under 14 su 13 morto in Europa nell’ultimo decennio è stato vittima di un sinistro. La percentuale è del 7,7%.
Entrando nello specifico, va chiarito che la metà dei minori deceduti si trovava a bordo di un’autovettura, un terzo è stato investito per strada mentre camminava a piedi mentre il 13% mentre si spostava in bicicletta.
Fermando l’analisi a quanto accaduto nel nostro Paese nel 2016, poi, va detto che sono stati 49 i minori di 14 anni a perdere la vita sulle strade italiane. Questo nonostante l’implementazione del Piano Nazionale della Sicurezza Stradale “Orizzonte 2020”.
Cosa si può fare per abbassare drasticamente questi numeri? La Commissione Europea, il prossimo 2 maggio, dovrebbe annunciare un aggiornamento della regolamentazione riguardo alla sicurezza dei veicoli. Nel frattempo, l’UE sta predisponendo una strategia decennale riguardo alla sicurezza stradale.
Senza tuttavia aspettare i (biblici) tempi tecnici, si può comunque cominciare a fare qualcosa, secondo lo European Transport Safety Council. Ovvero introdurre tecnologie che aiutino a tenere sotto controllo la velocità (causa principale di incidenti), come il sistema di adattamento automatico della velocità e la frenata di emergenza. Ma anche favorire l’adozione di dispositivi di sicurezza passiva come i seggiolini, riducendo l’IVA sul loro acquisto: un seggiolino montato e utilizzato correttamente, secondo l’ Organizzazione Mondiale della Sanità, garantisce l’80% di possibilità di salvare la vita di un piccolo. Il problema è che molto, troppo spesso, l’uso improprio ne vanifica la capacità protettiva.