“Forse Di Maio come profilo assomiglia più ad Andreotti che a me”. Così a Otto e Mezzo (La7) il candidato di Liberi e Uguali, Pier Luigi Bersani, commenta un servizio di Paolo Pagliaro che accostava l’ex segretario Pd a Luigi Di Maio. E ribadisce: “Noi parleremo con il M5S. Boldrini? Non c’è alcuna discussione, lei anticipa semplicemente il fatto che non ne vede le condizioni, ma non dice che non dev’esserci dialogo. Ci parleremo ovviamente. Votare la fiducia a un governo M5S? Con l’impostazione che hanno adesso non se ne parla. Devono prima sbrogliarsi alcune cose: decidere se voltare la testa a destra o a sinistra, ad esempio. E vedo un antifascismo un po’ troppo pallido”. Sull’ipotesi di un Gentiloni bis dopo il voto, Bersani osserva: “Adesso viene fuori Gentiloni, ma quanti voti di fiducia deve mettere per non apparire renziano? Questa alternatività di Gentiloni a Renzi non è vera, stando ai fatti. Un Gentiloni bis potrebbe servire a fare una legge elettorale per tornare al voto. Quello che non si può fare” – continua – “sono gli inciuci, perché è come chiudere la valvola di una pentola a pressione. Prodi sostiene Gentiloni? E’ adulto e fa quel che vuole. Secondo me, sbaglia, perché Gentiloni aveva una grande occasione: poteva non mettere le fiducie, fare il voto disgiunto come avevamo chiesto noi, correggere il Jobs Act e la Buona Scuola”. Critiche caustiche anche a Matteo Renzi: “Questa idea demenziale di dare del gufo a chi indica un problema ha aperto la strada alla destra. Chi governa deve dirlo per primo che c’è un problema, sennò ci va un altro su quel problema. Nel Paese ci sono dei problemi, negarlo è stato un errore drammatico”. E senza nominare il leader dem, puntualizza: “C’è qualche politico del Pd che è abbastanza imbroglione da aver voluto una legge elettorale proporzionale, vendendola per maggioritaria. No, i voti che prendiamo noi e che sarebbero dispersi abbassano la percentuale della destra, perché siamo in un sistema proporzionale. In un proporzionale, il voto utile è votare per la tua idea, per dove ti porta il cuore”. A Renzi” – aggiunge – “dico che i numeri si lasciano sommare, ma le persone no. Le devi convincere, la gente non si lascia ammucchiare, altrimenti sta nel bosco o va da altre parti”