Botta e risposta concitato a Dimartedì (La7) tra il leader della Lega, Matteo Salvini, e il giornalista di Repubblica, Massimo Giannini. Quest’ultimo legge un post che Salvini ha pubblicato qualche tempo fa sulla sua pagina Facebook, testo critico con papa Francesco sul tema migranti. E chiede: “Con quale credibilità si è presentato l’altro giorno in un comizio, agitando il Vangelo e il rosario? Non è stata una mossa elettorale per cercare di prendere un po’ di voti cattolici?”. Salvini risponde: “Non vedo l’ora di avere la fortuna di incontrare il Santo Padre, ma lo dico da ultimo dei cattolici, divorziato, peccatore che va a Messa due volte all’anno: avendo letto il Vangelo, voglio applicare da presidente del Consiglio due principi. Il primo è ‘gli ultimi saranno i primi’. Quindi, non esisteranno italiani di serie B, come esodati, terremotati, precari e cassintegrati. Il secondo principio” – continua – “è quello per cui l’immigrazione presupponga dei limiti e delle regole. Io voglio che i bambini possano nascere e avere un futuro in Kenia per il loro diritto e il mio diritto. Un bimbo che va a scuola in Kenia costa 70 centesimi al giorno e non viene sradicato. Quelli sono soldi ben spesi. Buttare via 35 euro per mettere in alberghi di mezza Italia ragazzotti di 20 anni che poi, per ringraziarti, spacciano o rubano non è esattamente quello che il Vangelo ci impone”. Giannini replica: “Il Vangelo dice anche: ‘ero straniero e mi avete accolto, ero forestiero e mi avete ospitato’. Non dice solo ‘beati gli ultimi perché saranno i primi’”. “Ma noi quanti milioni di immigrati possiamo illudere?” – ribatte il leader del Carroccio – “Io ho giurato fedeltà a 60 milioni di italiani, alla Costituzione che è inapplicata, al Vangelo perché ci credo”. “Lei oggi dice che al Vangelo ci crede” – controbatte Giannini – “ma è la prima volta che lo prende in mano, in tutti questi anni non lo ha mai fatto”. “Ho fatto catechismo, anche se qualche volta giocavo a calcetto”, replica Salvini. “Sì, va bene” – chiosa il giornalista – “Parliamoci chiaro: prendere il Vangelo in mano per recuperare qualche voto a pochi giorni dalle elezioni è un atto politicamente indecoroso”