“Di Maio propone un ministro dell’Economia, il professore Lorenzo Fioramonti, docente a Pretoria in Sudafrica, che applica il boicottaggio di Israele”. A poche ore dall’annuncio di alcuni dei membri dell’eventuale squadra di governo 5 stelle, il Pd attacca il candidato M5s e nome designato come titolare del dicastero allo Sviluppo economico. Il deputato uscente Emanuele Fiano infatti, riportando un’intervista del docente al giornale online The Daily Vox dell’11 febbraio 2016, ha riferito che due anni fa Fioramonti annullò la sua partecipazione al Water Summit 2016. Il motivo ufficiale, spiegato dallo stesso professore, era che tra i relatori c’era anche l’ambasciatore di Israele in Sudafrica Arthur Lenk. Una polemica che ha provocato la reazione anche di Pagine ebraiche 24, quotidiano dell’ebraismo italiano edito dall’Ucei: “Inquietudine e indignazione”, hanno scritto. Il leader Di Maio ha però replicato poco dopo al Forum Live Facebook-Ansa: “E’ una notizia non vera. Il Movimento non è contro Israele, è contro il boicottaggio e non ha un ministro contro Israele. Fioramonti ha già chiarito quella vicenda e telefonerà all’ambasciatore per chiarire”. Lo stesso Fioramonti ha dichiarato: “Strumentalizzazione senza precedenti da parte di una specifica parte politica. E’ davvero triste che qualcuno prenda a pretesto un tema così delicato per muovere attacchi contro la mia persona e contro Luigi Di Maio. Tra l’altro proprio io, che per anni ho collaborato con le associazioni per l’amicizia ebraico-cristiano quando ero un giovane universitario ed ho collaborato con una università israeliana come studioso”. Quindi la presa di distanza da chi lo accusa di voler boicottare Israele: “Tutto quel che sta accadendo è surreale“, ha aggiunto. “Non ho mai sostenuto e non sostengo tutt’oggi, ovviamente, alcun boicottaggio nei confronti di Israele. Al contrario, ritengo che lo sviluppo e la crescita dell’economia globale passino proprio attraverso la cooperazione e la partecipazione di tutti. Israele è e resta un partner importante dell’Italia”.
Il fatto – Il professore nel 2016 fu invitato al Water Summit come esperto sulla crisi della gestione dell’acqua a livello mondiale. Dopo la rinuncia spiegò la sua posizione al quotidiano The Daily Vox. Una delle prime criticità che aveva evidenziato era stato il fatto che i partecipanti al Summit avrebbero dovuto pagare 50 dollari per entrare. “Questo”, aveva dichiarato Fioramonti, “taglia fuori inevitabilmente molte voci della società civile e i singoli cittadini interessati a partecipare a un dibattito aperto a proposito del futuro dell’acqua in questo Paese. Inoltre”, continuava, “ho scoperto dalla stampa, che un esponente ufficiale da Israele parteciperà al panel, a quanto pare per presentare i successi di Israele nella desalinizzazione e nell’irrigazione come una best practice da seguire in Sudafrica. Nessun esperto africano è stato invitato a parlare. Nessuno dei comitati per l’acqua o delle amministrazione locali, che si trovano a dover gestire le carenze di acqua ogni giorno e che hanno bisogno di essere coinvolti in un dibattito pubblico sul futuro di questa preziosa risorsa. Questo è stato molto problematico per me”. Secondo Fioramonti, una tassa così alta per partecipare era un modo per trasformare l’evento in un “talk shop” per le classi benestanti. “Inoltre, c’è un boicottaggio accademico internazionale contro i rappresentanti ufficiali di Israele, che è supportato dai gruppi progressisti sia in Israele che in Palestina, e ha molto sostegno anche in Sudafrica. Il boicottaggio è la chiave per aiutare la battaglia per una pace sostenibile ed equa in Medio Oriente, sottolineando come dietro la facciata di soluzioni tecnologiche si nasconda uno sfruttamento sistematico delle comunità palestinesi”. E poi continuava: “Ritirando la mia partecipazione, io sto delegittimando il summit come luogo appropriato all’interno del quale discutere il futuro dell’acqua in Sudafrica”. In particolare, nel merito sulla posizione di Israele, disse: “Non possiamo ignorare che, al di là delle specificità tecnologiche del governo israeliano, queste sono basate su politiche oppressive e inique”.
La comunità ebraica: “Inquietudine e indignazione”. Poi: “Bene il chiarimento” – Su Moked, portale dell’Ucei (Unione delle comunità ebraiche italiane), è stato pubblicata una nota: “Ha destato inquietudine e indignazione nel mondo ebraico italiano la notizia della candidatura a ministro dell’Industria da parte del Movimento Cinque Stelle, in un eventuale governo con Luigi Di Maio premier, di Lorenzo Fioramonti, docente di economia contraddistintosi in passato per aver sostenuto la campagna d’odio e boicottaggio contro Israele. Fioramonti è arrivato persino a rifiutare di partecipare a un evento in Sudafrica, dove insegna, perché era prevista la presenza dell’ambasciatore israeliano in Sudafrica, Arthur Lenk”. Dopo il chiarimento è intervenuta la presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello: “Bene il chiarimento del Movimento 5 Stelle” su Fioramonti. “Israele è uno Stato democratico il cui ruolo è fondamentale per raggiungere la pace in Medio Oriente. È importante che tutti riconoscano come il boicottaggio di Israele rappresenti una formula, nemmeno tanto velata, di discriminazione”.
Le polemiche politiche – L’episodio ha provocato le critiche dei dem e dei rappresentanti delle comunità ebraiche. Per Fiano è una “vergogna senza scusanti”: “Un fatto gravissimo, immorale. Prima di qualsiasi ipotesi di notizie false, Luigi di Maio e il professor Fioramonti ci spieghino la loro posizione sul tema BDS, il boicottaggio di Israele”. A commentare la notizia anche Pagine ebraiche 24, quotidiano dell’ebraismo italiano edito dall’Ucei: “Ha destato inquietudine e indignazione nel mondo ebraico italiano la notizia della candidatura di Lorenzo Fioramonti, docente di economia contraddistintosi in passato per aver sostenuto la campagna d’odio e boicottaggio contro Israele”. In sostegno di Fiano anche il deputato dem Michele Anzaldi: “Dopo ore da denuncia della rete e di Fiano non sono ancora arrivate né le scuse né retromarcia”, ha scritto su Twitter. “Perché tace? Silenzio strizza occhio a antisemitismo”. Così anche il dem Ernesto Carbone: “Ora Di Maio cerca di svicolare parlando di chiarimenti che però, come al solito, non chiariscono. Insomma nel pantheon grillino entrano anche gli antisemiti. Una bella squadra in linea con le posizioni assunte nel tempo dal movimento”.
La notizia rilanciata in piena campagna elettorale ha scatenato anche il centrodestra: “L’idea di promuovere a ministro dello Sviluppo economico di un Paese democratico, civile e occidentale una persona che sostiene il boicottaggio di Israele”, ha detto Mara Carfagna, portavoce dei deputati di Forza Italia, “è inaccettabile fosse pure come membro di un ‘governo per caso’ che non vedrà mai la luce. Aspettiamo chiarimenti e scuse da Luigi Di Maio che, evidentemente, si è messo a scherzare col fuoco dell’antisionismo. Non si tratta di una semplice gaffe come tutte le altre fatte finora, ma di un errore politico grave che ci ricorda ancora una volta quanto stia rischiando l’Italia e che i 5 stelle sono un pericolo per il Paese e per le sue relazioni internazionali”.