Foietta guida l'Osservatorio che in un recente documento attesta come le previsioni di traffico siano state "smentite dai fatti". Intanto il Cipe ha approvato il contratto di programma tra FS, ministero dei Trasporti e Telt sulle modalità di finanziamento della progettazione e della realizzazione della tratta transfrontaliera
“La nuova Torino-Lione è più necessaria oggi di 10 anni fa”. Paolo Foietta, commissario di governo che guida l’Osservatorio della Torino-Lione, ha messo quella che per l’esecutivo dovrebbe essere la parola fine all’odissea della grande opera decisa un trentennio fa. Si farà, nonostante proprio l’Osservatorio, in un documento reso noto di recente, ammetta che le previsioni di traffico su cui era basato il progetto si sono rivelate errate. E nonostante l’appello di un gruppo di intellettuali e studiosi che chiedono una nuova valutazione e un’analisi costi-benefici. Il passo ufficiale è arrivato mercoledì, con la presentazione dello studio “Verifica del modello di esercizio per la tratta nazionale lato Italia”. Proprio quello in cui si legge testualmente: “Non c’è dubbio che molte previsioni fatte quasi 10 anni fa, in assoluta buona fede, anche appoggiandosi a previsioni ufficiali dell’Unione europea, siano state smentite dai fatti, soprattutto per effetto della grave crisi economica (…) Lo scenario attuale è, quindi, molto diverso da quello in cui sono state prese a suo tempo le decisioni (…) Occorre quindi lasciare agli studiosi di storia economica la valutazione se le decisioni a suo tempo assunte potevano essere diverse”.
Durante il convegno Mario Virano – direttore generale di Telt, la società incaricata di costruire e gestire la nuova ferrovia – ha annunciato che il Cipe ha approvato il contratto di programma tra FS, ministero dei Trasporti e Telt sulle modalità di finanziamento della progettazione e della realizzazione della tratta transfrontaliera. Parte dunque la progettazione definitiva della parte nazionale e di tutte le opere connesse, varianti e adeguamenti. Foietta, presentando il dossier, ha sostenuto che
analizza i dati del traffico ferroviario con l’orizzonte temporale del 2030, ha sostenuto che “senza questa nuova infrastruttura, nessuna merce nei prossimi anni sarebbe più trasportata su rotaia nella parte più occidentale delle Alpi, tutte finirebbero sui Tir”.
“Per il trasporto delle merci – ha proseguito Foietta – la linea storica Torino-Lione è morta. Non sarà più utilizzabile per motivi di sicurezza ed economici, non avendo la capacità delle altre nuove gallerie alpine, che hanno abbattuto le pendenze e consentono il transito di un treno con una sola motrice e con molti vagoni”. Quindi occorre la nuova linea per riuscire a rispettare le indicazioni della Ue di “spostare sui binari almeno il 50% del trasporto merci terrestre”, cosa che richiede “una capacità di trasporto di almeno 20-25 milioni di tonnellate” sulla Torino-Lione. Secondo i dati dal 1997 ad oggi la quota di traffico merci che utilizza l’autostrada tra Italia e Francia è passata dal 77% al 90%, con un forte impatto sull’ambiente lungo l’arco alpino dove attualmente circolano 42,5 milioni di tonnellate di merci, con quasi 2 milioni e 800 mila tir.