A un giorno da quanto avvenuto a Cisterna di Latina, dove un carabiniere ha ferito la moglie e ucciso le figlie prima di togliersi la vita, è partito il coro della politica e l’inevitabile polemica su quello che si poteva fare. Antonietta Gargiulo, le cui condizioni sono stazionarie, aveva segnalato anche se non denunciato quel marito da cui si stava separando.  La donna temeva da tempo Luigi Capasso, che il 4 settembre scorso, l’aveva aggredita davanti ai colleghi sul luogo di lavoro. “È tutto drammaticamente inaccettabile. Io potrei dire che formalmente non era stata fatta denuncia, la donna non voleva rovinare il padre delle sue figlie e questo la dice la dice lunga sulla complessità degli intrecci affettivi”. Il responsabile del Viminale però allo stesso tempo rimarca quello che alcuni esperti dicono da tempo: “Su queste questioni ci sono troppe sottovalutazioni, per troppo tempo non si comprende quale minaccia è messa in campo. Su questo tema dobbiamo prendere un impegno d’onore, nessuno di noi deve sottovalutare, in un grande Paese questo non può e non deve avvenire. Nessuno di noi deve sottovalutare quando discutiamo di tragedie consumate, con anche solo in un angolo del cervello l’idea che si poteva evitare“.

“Inascoltata. L’ammonimento del questore, l’allontanamento dalla casa familiare, il divieto di avvicinamento, l’arresto in flagranza di reato il giorno in cui fu picchiata e aggredita sul posto di lavoro. Molto poteva essere fatto quando Antonietta ha presentato l’esposto. Le norme ci sono. Ma non è stato fatto niente – scrive su Facebook la senatrice del Pd Francesca Puglisi, presidente della Commissione di inchiesta del Senato sul femminicidio -. Bisogna credere a ciò che dicono le donne ed è importante sottolineare che i maltrattamenti in famiglia sono perseguibili d’ufficio, anche senza una denuncia della vittima, al momento della separazione, come in questo caso. Il contrasto ai maltrattamenti in famiglia non è un fatto individuale, ma una responsabilità sociale. Vogliamo la stessa determinazione dell’Antimafia nel contrasto alla violenza sulle donne. Per questo nella relazione finale della commissione di inchiesta abbiamo chiesto l’introduzione del reato di Femminicidio perché può aiutare a promuovere un cambiamento culturale tra gli operatori di giustizia e le forze dell’ordine. Prima dell’introduzione del reato di associazione di stampo mafioso c’era chi diceva che ‘la mafia non esiste’. Da lì nacquero i pool anti mafia. Non vogliamo sentire mai più dopo un femminicidio frasi come ‘non possiamo arrestare tutti gli stalker’. Le morti di ieri, le 149 donne uccise dai loro ex compagni sono un atto di accusa a chi continua a non applicare le norme che il Parlamento ha approvato in questa legislatura”. A Minniti è diretta un’interrogazione dei senatori del Partito Democratico, Linda Lanzillotta, Francesca Puglisi e Giampiero Della Zuanna: “Perché carabinieri, magistratura e servizi sociali non hanno messo in atto le necessarie iniziative per prevenire la tragedia che si è poi verificata dando seguito all’allarme della donna?”.

“Si prova un immenso dolore dinnanzi alla strage di Latina. Ma chi ha responsabilità politiche e istituzionali ha il dovere di andare oltre. È necessario mettere in campo un’azione preventiva efficace, soprattutto quando le donne portano a conoscenza delle Forze dell’ordine, attraverso esposti e denunce, le violenze che subiscono –  dice in una  Mara Carfagna, portavoce di Forza Italia alla Camera dei deputati – Ci troviamo troppo spesso a dire che forse alcune tragedie potevano essere evitate, per questo continuiamo a ripetere senza sosta, che il grido d’allarme di una donna non va mai sottovalutato, che le denunce delle donne non vanno mai considerate di serie b. Per contrastare la violenza di genere ed evitare che sfoci nei femminicidi, serve un’azione corale in cui tutti gli attori coinvolti, istituzionali e non, si impegnino al massimo per mettere in atto il percorso di prevenzione, ascolto, tutela e accoglienza che magari può salvare una vita”.

Della morte delle due bambine, Martina e Alessia, del ferimento della loro mamma parla anche Piero Grasso, leader di LeU, “è una tragedia terribile tra tante avvenute negli ultimi tempi. Il femminicidio distrugge la nostra società. Ho fatto un appello agli uomini perché possano rivedere le loro posizioni, è un problema di ascolto, cultura, prevenzione. Bisogna accelerare l’istruttoria degli esposti, intensificare l’azione dell’ascolto, ci sono centri di ascolto anche alla procura della Repubblica, bisogna dare la massima assistenza alle donne in modo da prevenire questi gravissimi fatti. Bisogna partire dalle scuole. Quando ho fatto l’appello mi ha fatto piacere che se ne sia parlato nelle scuole. C’è certamente un ritardo delle istituzioni ma ci vuole del tempo per istruire le pratiche e prendere le misure che ci sono già per prevenire, dall’intervento del questore allo spostamento della famiglia”.

“Da padre non ho parole. Quando vedi queste immagini, senti questi racconti, credo non ci siano parole per esprimere il dolore atroce e lo sdegno –  dice Matteo Renzi, intervistato a Mattino cinque – .Di fronte a fatti del genere occorre chiedere che i controlli siano efficaci, che le denunce siano ascoltate, che vi siano soldi su tutto ciò che è lotta al femminicidio e occorre esprimere vicinanza a questa donna che rimane sola e senza figli”. Il tema della violenza sulle donne, ha proseguito Renzi, “deve riguardare noi uomini. Noi dobbiamo incoraggiare le nostre figlie, sorelle e compagne a avere condizioni di solidità in caso di denuncia. Ma dobbiamo anche educare i figli maschi ad avere rispetto profondo per le donne, a iniziare da quello verbale. La violenza fisica è insopportabile, ma c’è una violenza più ampia. Èun tema che riguarda le nostre figlie ma riguarda innanzi tutto noi uomini”. In molti chiedono l’apertura di un’inchiesta per omissione d’atti d’ufficio.

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