‘A67 significa la 167, la legge che ha originato l’edilizia popolare d’Italia e ha edificato il nostro quartiere, Scampia. Siamo nati qui. La nostra musica – chiamatela Rock, Rap, Pop o come vi pare – è stata prima un urlo di rabbia contro tutti, poi l’urlo è diventato parola. Le parole, canzoni”.

Sono un bel po’ di anni che gli ‘A67 – blogger per ilfattoquotidiano.it – sono in giro, e sono un po’ di anni che la loro musica continua a cambiare e ad evolversi seguendo un percorso imprevedibile eppure coerente. In questi giorni di elezioni esce, non a caso, il loro nuovo singolo “Il Male Minore”, insieme a Caparezza, con la produzione affidata a Gigi Canu dei Planet Funk. Faccio due chiacchiere con il frontman del gruppo, Daniele Sanzone, e il discorso cade inevitabilmente su quanto spazio la musica di protesta e la musica impegnata si ritrovino oggi ad avere nel panorama musicale italiano: “Purtroppo troppo poco – mi dice – ed è paradossale visti i tempi che viviamo. Negli anni 90 c’erano tanti canali: dalla rete dei centri sociali, che per fortuna ancora resiste – a programmi radiofonici e televisivi. Oggi sono saltati tutti i canali ma, se devo essere onesto fino in fondo, allora devo dire che non c’è nemmeno tutto questo talento. Mi spiego meglio: tutta la ‘musica impegnata’, che mi capita di ascoltare mi sembra sempre prendere le mosse da un linguaggio nato negli anni 90 per quanto riguarda il rap, e 70 per quanto riguarda il cantautorato.  Mi piacerebbe arrivasse qualcuno capace di dire delle cose e allo stesso tempo essere contemporaneo. Il problema è che la sinistra oggi più che mai è indietro di “secoli” sulla comunicazione, usiamo gli stessi slogan da anni e non solo perché la situazione non è cambiata, ma forse perché non siamo in grado di leggere il nostro tempo e quindi di trovarne altri”.

Quando gli chiedo come cambia, dopo tutti questi anni, il loro progetto e in cosa rimane invariato, “Rimane uguale – risponde – nel modo di raccontare e di guardare il mondo. Credo che l’obiettivo di un artista debba essere quello di parlare a quanta più gente possibile restando fedeli a se stessi. In dieci anni cambia la vita, le urgenze, ma non la rabbia anche se la si trasmette in modo diverso”.

Nel tuo libro Camorra Sound descrivi la criminalità organizzata nella canzone popolare napoletana. Adesso torni a parlare di politica, sebbene con tono ironico e scanzonato. Se gli chiedo come si collega a i vari temi di cui ti sei occupato nel corso della carriera, “Forse semplicemente l’ingiustizia – risponde – la voglia di raccontare quello che non va cercando di mirare dritto all’obiettivo”.

Ovviamente – come accennavo – non è un caso che questo singolo esca in periodo di elezioni, e saluto Daniele con una piccola provocazione, a cui non si sottrae. A chi dedichi Il Male Minore? – gli chiedo. Sorride: “a tutti quelli che si sentono di sinistra votando M5s… o, peggio ancora, Pd”!

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