Sono state effettuate già ieri le prime acquisizioni come scritto dal Fattoquotidiano.it per accertare eventuali omissioni e responsabilità sul caso di Luigi Capasso, il carabiniere che sparato alla moglie Antonietta Gargiulo e ha ucciso le due figlie per poi togliersi la vita due giorni fa a Cisterna. Nel mirino della Procura di Latina istituzioni o soggetti che erano preposti a monitorare le condizioni psichiche dell’uomo e l’eventuale pericolo che correvano madre e figlie anche in considerazione degli esposti presentati dalla donna. L’esposto della 39enne, che è stata operata al volto e ancora non sa di quanto avvenuto, è rimasto almeno quattro mesi fermo in un cassetto.
“Stiamo acquisendo ogni elemento utile – spiega il procuratore aggiunto di Latina, Carlo Lasperanza – ogni cosa che ci possa aiutare a ricostruire l’intera vicenda, da prima ancora dell’esposto presentato dalla donna a settembre. Stiamo accertando se ci siano eventuali responsabilità e se siano state attivate tutte le misure previste nei casi in cui si ravvisi una condizione di pericolo”. Il procuratore aggiunto spiega anche che le forze dell’ordine “hanno facoltà di procedere direttamente, senza passare per l’autorizzazione della Procura, nei casi in cui si configuri il reato previsto dall’articolo 612 bis”, atti persecutori e stalking. La Procura ha quindi acquisito tutti gli elementi relativi alla vicenda dall’Arma dei carabinieri, per quanto attiene alla posizione del carabiniere alla dichiarazione di idoneità al servizio, e dalla Questura, per quanto attiene invece all’esposto. Ma la ricostruzione del quadro in cui è maturata la strage parte da molto prima e coinvolge inevitabilmente tutti i soggetti entrati in contatto con la famiglia. “Tutti gli elementi raccolti- spiega ancora Lasperanza – ci diranno se ci sono responsabilità penali o disciplinari“.
Capasso aveva premeditato tutto nei minimi particolari, aveva programmato il massacro. A testimoniarlo alcune lettere e assegni che gli sono stati trovati indosso indirizzate ai fratelli e ai genitori e scritti di suo pugno dove spiegava il perché della sua decisione di sterminare la famiglia e dove dava indicazioni precise su come ripartire l’eredità, i risparmi, la casa coniugale e persino come pagare i funerali.
Intanto è stata benedetta nell’obitorio del cimitero di Poggioreale, a Napoli, invece che nella parrocchia del quartiere Secondigliano la salma dell’uomo. I cronisti non sono stati ammessi nella sala mortuaria. Il feretro è stato accompagnato da alcuni familiari di Capasso, originario proprio del quartiere Secondigliano. In un primo momento la benedizione della salma si sarebbe dovuta tenere in chiesa, ma è stata spostata all’ultimo momento per motivi di privacy: nel quartiere, dopo l’affissione dei manifesti funebri, erano state raccolte voci contrarie al fatto che l’ultimo saluto al responsabile della strage si svolgesse nella parrocchia.