Alimentare la falsa immagine di un’Italia invasa dai rifugiati, cui addossare la colpa della crisi economica, aggravata dall’inerzia dei politici europeisti e dall’Unione Europea. La macchina della propaganda russa, con le sue teste di ponte Sputnik e Russia Today, ha funzionato alla perfezione sui social network nel costruire una narrazione anti-immigrazione attuando una campagna di disinformazione sul tema e favorendo i partiti di estrema destra alla vigilia del voto del 4 marzo. E’ il risultato di uno studio condotto da Alto Data Analytics, azienda globale che usa big data e intelligenza artificiale per analizzare l’opinione pubblica sui media e le reti sociali, e pubblicato da El Pais.

Il team di Alto ha analizzato 1.055.774 contenuti generati da 98.191 utenti che hanno preso parte alla discussione pubblica sui social sul tema dell’immigrazione dal 1° febbraio al 31 luglio 2017 e “identificato le key communities, le top narratives e i media che hanno giocato il ruolo principale nella costruzione degli opinion trends sul tema dell’immigrazione in Italia”, si legge nel report. In un’epoca in cui gran parte della discussione pubblica avviene sui social network, le reti di disinformazione russa “usano la stessa strategia del passato: fonti discutibili, esperti con opinioni di parte, e titoli sensazionalisti con l’obiettivo di rendere i contenuti virali e amplificare la percezione del problema“. “In questa descrizione, l’Italia è stata invasa da rifugiati, che vengono considerati la causa di disoccupazione ed inflazione, nel mezzo di una crisi peggiorata dall’atteggiamento di politici pro-Europa, e l’Ue stessa è considerata una colpevole”, scrive il quotidiano spagnolo, che fa un esempio di storie diffuse da Sputnik, punta di diamante della propaganda del Cremlino all’estero: “Nel 2065 la quota di immigrati in Italia supererà il 40% della popolazione“, oppure, “Caos migranti, l’inizio di una guerra sociale“.

Community pro-immigrazione più numerosa, ma molto meno attiva – Parte dell’analisi è focalizzata sul dibattito avvenuto su Twitter, dove si è concentrata la gran parte del dibattito e dove si è espresso l’85,2% degli utenti totali impegnati nella discussione. Una discussione altamente polarizzata nella quale solo una piccola percentuali di messaggi, circoscritta tra il 5 e il 15%, proveniva da utenti “indecisi”. Cinque i principali gruppi di opinione individuati dai ricercatori di Alto. La community “pro-immigrazione” era formata da 35.017 utenti – un numero doppio rispetto a quelli che compongono la community anti-immigrazione – che tuttavia hanno postato solo 187.665 tweet, 2,5 volte in meno delle opinioni espresse dal gruppo avversario. Questo gruppo era legato ad un gruppo adiacente formato da 7.478 user che, ispirati da valori religiosi, difendono i migranti e hanno prodotto 31.522 contenuti. Risultato: pur rappresentando il 53% di tutti gli utenti presi in considerazione, il gruppo che difende gli immigrati ha generato soltanto il 27% dei tweet sull’argomento. Sul fronte opposto, la community anti-immigrazione è composta da 17.748 utenti che hanno postato 469.881 tweet ed è assai vicina a una community adiacente composta da utnti critici nei confronti delle ong, formata da 7.577 user che hanno prodotto 92.287 tweet.

Il ruolo di Sputnik nella creazione della narrativa anti-immigrazione – Alto ha analizzato un totale di 3.164 distinti creatori di contenuti. La maggior parte del materiale era prodotta dai media italiani, ma i quelli stranieri hanno avuto un ruolo importante: “Russia Today e Sputnik, ad esempio, figurano nella top 100 dei siti più influenti sul tema. La versione italiana di Sputnik figura al 40° posto, Russia Today al 58°, e in questo dibattito entrambi figurano nel 3% dei most influencial media“. Non solo: di tutti i media stranieri operativi in Italia Sputnik è stato il secondo più influente, dopo Huffington Post Italia. Dall’analisi del rapporto tra i media filo-russi e le community impegnate nel dibattito emerge che il 90.4% dei contenuti prodotti da Russia Today e Sputnik erano stati diffusi dalle community anti-immigrazione. “Altri siti che hanno dimostrato una grande affinità con gli utenti anti-immigrati – si legge nello studio – sono Tutti i crimini degli immigrati, Il Populista, Italia Patriamia, Vox News e siti legati a formazioni politiche come il Movimento 5 Stelle e il Blog di Beppe Grillo.

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