La miglior attrice che merita assolutamente l’Oscar 2018 si chiama Sally Hawkins per La Forma dell’Acqua. La Hawkins non deve conciarsi come un montanaro col codino e comportarsi come un uomo, non deve mettere su il broncio per due ore di film, non deve artificialmente nascondere la fragilità per un lutto (o per l’allontanarsi di qualcosa di caro). Alla divina interprete di The Shape of Water basta usare lo sguardo (nel film è muta), masturbarsi in una vasca da bagno, appoggiare segretamente uova sode sul bordo di una vasca.
Questione di stile, di fascino, di un legame antico con la dimensione fantastica e sognante dello schermo cinematografico che Sally ha fin dai set regali e realistici dei film di Mike Leigh (Happy Go-Lucky). Seconda nomination in carriera (la prima come attrice non protagonista in Blue Jasmine di Woody Allen nel 2013) la 43enne Hawkins è semplicemente splendida nella fiaba di Del Toro: è un tocco di speranza in mezzo alla poltiglia di un cinema furbetto e programmaticamente provocatore; è una donna che soffre, che vive, che sogna, che ama, in mezzo a quell’acqua che depura, che salva, che annienta il dolore sublimato tra i mostri. Non dare l’Oscar alla Hawkins sarebbe un delitto perpetrato con maligna saccenteria dall’Academy.