Pur di non vedere la McDormand elevata a regina di Hollywood andrebbe bene perfino Meryl Streep. Nomination che calano inesorabili dall’alto come i rospi in Magnolia di PT Anderson (sono 21) la Streep non può cedere lo scettro politico del messaggio #MeToo e compagnia ad una McDormand qualsiasi. Anche perché la sua publisher Katharine Graham, nel The Post di Spielberg, è una signora d’altri tempi e tutta d’un pezzo che compie un gesto di coraggio che nemmeno quarant’anni dopo in un’America obamiana o trumpiana qualche suo omologo compirebbe. Dare addosso ad un politico amico di famiglia.
La sua interpretazione da 1971 è un piacevole e frivolo understatement vintage che nulla ha a che fare con l’insopportabile ed evanescente figura bislacca in Florence Foster Jenkins (20esima nomination) dello scorso anno.