Per valutare i flussi in uscita dal Partito democratico la società prende a riferimento il 40% ottenuto alle europee del 2014. Il Movimento e il Carroccio pescano anche tra gli astensionisti. A Livorno i pentastellati, pur perdendo qualcosa verso la Lega e l'astensione, hanno "rubato" ai dem il 7,8% dell’intero corpo elettorale, la quota più alta fra quelle rilevate
A risultati ormai quasi definitivi, con M5s e Lega tra i vincitori delle urne, nella fotografia dei flussi elettorali scattata da Swg si vede il Movimento guidato da Luigi Di Maio che “cannibalizza” il Pd. E la Lega di Matteo Salvini che “prosciuga” Forza Italia e recupera voti all’astensionismo. Concorda l’Istituto Cattaneo di Bologna, che ha studiato nel dettaglio i casi di alcune città: per esempio a Livorno – amministrata dal pentastellato Filippo Nogarin – il M5S, pur perdendo qualcosa verso la Lega e l’astensione, ha “rubato” al Pd il 7,8% dell’intero corpo elettorale, la quota più alta fra quelle rilevate dalla ricerca.
Per valutare i flussi in uscita dal Partito democratico – guidato al momento da Matteo Renzi dato per dimissionario – la società prende a riferimento il 40% ottenuto alle europee del 2014. I dem hanno perso in collegi che potevano essere considerati dei fortini come la Salerno di Vincenzo De Luca. Oltre il 15% di chi quattro anni aveva dato il suo voto al Partito democratico ha scelto questa volta di non andare alle urne. Mentre un terzo degli elettori dem ha cambiato idea, preferendo in gran parte il Movimento guidato da Luigi Di Maio (il 16,8%) ma anche +Europa (il 3,4% dei vecchi elettori Pd). Basti pensare al “cappotto” realizzato dai pentastellati in Puglia. Un 8% degli oltre 11 milioni di elettori che avevano scelto il Pd per farsi rappresentare a Bruxelles ha invece cambiato completamente schieramento, optando per il centrodestra, mentre solo il 4% ha optato per la nuova formazione di sinistra Liberi e Uguali.
Per LeU, comunque, i “pentiti” del Pd rappresentano comunque il 34,6% degli elettori. Un 11,9% invece alle precedenti politiche del 2013 non aveva votato. I campioni della conquista dei vecchi astenuti sono però i leghisti, che ottengono voti da chi non era andato a votare nel 2013 per il 29,5%. Ma il Carroccio – con Matteo Salvini che fa sapere che non ci saranno alleanze strane – ha raggiunto il suo risultato anche grazie ai voti drenati a Silvio Berlusconi. Alla scorsa tornata infatti aveva votato Fi il 25,5% di chi stavolta ha scelto la Lega. Tra chi aveva preferito il partito azzurro nel 2013, peraltro, ben il 14,7% quest’anno ha lasciato perdere e non è proprio andato a votare. Anche i grillini rispetto al 2013 hanno recuperato molti astenuti (il 19,5% di chi li ha votati il 4 marzo non avevano votato alle europee). Tra gli elettori che invece hanno cambiato il proprio orientamento, il 9,8% proviene dal Pd.
Secondo gli analisti dell’istituto Cattaneo il M5s ha prosciugato il serbatoio dei voti al Pd ma ne ha anche persi, soprattutto al centro e al nord, a vantaggio della Lega Nord. Tanto che si può parlare del Movimento come di un partito “traghettatore” di voti dal centrosinistra al centrodestra. Al sud invece il M5s ha preso voti anche da chi cinque anni fa aveva votato a destra. Il Carroccio si è rivelato un partito attrattivo a 360 gradi riuscendo a pescare da M5s, Pd e, a piene mani, nell’elettorato del Pdl: in alcune città, ad esempio Parma, un elettore su due che nel 2013 aveva votato Berlusconi ha scelto Salvini.