Per Forza Italia a parlare è Renato Brunetta che ostenta ottimismo: "Se il centrodestra arriverà ai 280 seggi alla Camera sarà l’area vincente e probabilmente ci sarà la fila per entrare e arrivare alla maggioranza assoluta". Poi esclude la possibilità di un'alleanza Lega-M5S: "Non pensabile". Giorgetti: "Risultati storici". Il dem Rosato: "Dimissioni di Renzi? Deciderà lui"
Esultanza nella sede del comitato elettorale M5s e in via Bellerio, sede della Lega. Parole nette dal Nazareno, dove – superata la premessa di Francesco Boccia che “si aspettano i dati finali” – il vicesegretario Maurizio Martina ha ammesso: “Si tratta di una sconfitta molto evidente e molto chiara, molto netta. Le valutazioni più compiute su questa situazione e sull’esito del voto alla luce dei dati definitivi, le farà poi il segretario domani in giornata. Per il momento noi ci limitiamo a questo”. Sono le prime reazioni allo tsunami degli exit poll, in base ai quali i 5 Stelle sono saldamente il primo partito, il Carroccio ha stracciato Forza Italia e i dem sono crollati ben sotto il 20 per cento mentre Leu non arriva al 4%.
“Se i dati saranno confermati”, ha detto Alessandro Di Battista dal palco del comitato elettorale pentastellato, “si tratterà di un trionfo del M5S, di una vera e propria apoteosi, che dimostra la bontà del nostro lavoro e dimostra che tutti quanti dovranno venire a parlare con noi, e questa sarà la prima volta. E’ questa è la migliore garanzia di trasparenza del popolo italiano. Dovranno venire a parlare con noi usando i nostri metodi di correttezza, di trasparenza”. Soddisfazione anche da parte di Beppe Grillo. Il garante M5S, raccontano, è in costante contatto con i vertici della comunicazione e avrebbe telefonato più volte nel corso della serata elettorale per commentare i dati.
“La mia prima parola: grazie!”, è stato invece il commento via Twitter di Matteo Salvini. Che pregusta anche la vittoria in Lombardia, dove Attilio Fontana è avanti di sette punti rispetto al candidato di centrosinistra Giorgio Gori. “E’ una grande soddisfazione per la Lega, per Salvini”, ha aggiunto il vicesegretario della Lega, Giancarlo Giorgetti. “Sono risultati storici. Partivamo dal 3%, le proiezioni ci danno al 16-17 e i risultati reali forse anche di più. Parleremo prima con i nostri alleati, abbiamo già delle idee su che cosa fare, guardiamo al futuro con grande consapevolezza. Raccogliamo voti da Nord a Sud. Crediamo che Salvini abbia vinto la sfida”.
Per Forza Italia a parlare è Renato Brunetta, secondo cui “il Movimento 5 Stelle ha perso” e “chi ha preso il 37%”, cioè la coalizione di centrodestra, “ha vinto”. “Se il centrodestra arriverà ai 280 seggi alla Camera”, è il ragionamento dell’economista veneziano, “sarà l’area vincente e quindi molto probabilmente ci sarà la fila per entrare e arrivare alla maggioranza assoluta. Bisogna aspettare i seggi, faremo cappotto al Nord, ci sono già assegnati 115-120 seggi uninominali al Nord, siamo vicini a 290 seggi alla camera con il M5s distanziato di più di 100 seggi. E’ ancora possibile una maggioranza assoluta del centrodestra con qualche responsabile”. Alla domanda se sia ipotizzabile una maggioranza Lega-M5S, l’ex capogruppo Fi alla Camera ha risposto ricordando: “Il centrodestra governa insieme in diverse regioni e in moltissimi Comuni per cui non è pensabile una maggioranza così, non si butta a mare tutto questo per un’alleanza con i 5 Stelle”.
Il dem Ettore Rosato a Porta a porta ha ammesso che se i risultati fossero confermati “sarebbe un risultato negativo e noi passeremmo all’opposizione”. “Noi siamo alternativi al M5S. Se avrà i numeri per governare, governi“, ha continuato. Porte chiuse, dunque, a qualsiasi ipotesi di alleanza con i pentastellati. Per poi far notare che “con questi dati la somma di Pd, Insieme e LeU darebbero lo stesso risultato del 2013″. Insomma, dietro il flop ci sarebbe soprattutto lo strappo degli ex alleati. Alla domanda su eventuali dimissioni di Matteo Renzi, Rosato si è limitato a un: “Deciderà lui“. “Ci sono due ordini di problemi”, ha sottolineato, “il primo è cosa succede nel Paese e il secondo cosa succede nel Pd. Noi in questo momento stiamo pensando al primo”. Renzi dal canto suo si è chiuso nel suo ufficio con Maurizio Martina, Matteo Orfini, Francesco Bonifazi, Luca Lotti e Matteo Richetti. “Complimenti a Leu”, è stato uno dei suoi commenti tra un exit poll e una proiezione. Nessun dirigente si è fatto vivo in sala stampa, disertata nonostante il numero record (300) di accreditati.
Per Andrea Marcucci (Pd) “gli elettori hanno parlato in modo chiaro ed incontrovertibile. Hanno vinto i populisti ed il Pd ha perso. Ne consegue che anche la mia corsa nel collegio Lucca Massa-Carrara si ferma qui. Spero che il nuovo senatore eletto dal territorio possa assicurare risultati e rappresentatività degli enti locali. Il Pd lascia all’Italia risultati molto migliori di chi ci ha preceduto. Ripartiremo dall’opposizione”.
Nico Stumpo ha commentato le proiezioni su Liberi e Uguali dicendo che “i risultati finora riscontrati dalle proiezioni sono al di sotto delle nostre aspettative: quando ci saranno i dati definitivi faremo le nostre valutazioni politiche”.
Infine i partiti che non hanno superato la soglia del 3%. “E’ il turno dei Cinquestelle, la prossima volta sarà il nostro”, ha detto Viola Carofalo di Potere al Popolo ai microfoni di La7. “Siamo contenti perché esistiamo da soli 3 mesi e ci sembra di aver ottenuto un risultato notevole. Peraltro facendo una campagna elettorale completamente senza soldi. Quindi ora dobbiamo e vogliamo guardare avanti”.
Riccardo Magi della Lista +Europa con Emma Bonino, che al momento non raggiunge la soglia del 3%, ha sostenuto: “Siamo soddisfatti di un risultato per una lista che poco più di un mese fa non esisteva. Abbiamo fatto una campagna controcorrente, a partire dal nome della lista e dai temi. La scelta degli italiani mi sembra chiara e va costruita una alternativa alle forze sovraniste che stanno prevalendo”. Per Benedetto Della Vedova “se siamo al 2,7-2,8 in questo contesto è un risultato straordinario. Noi dobbiamo imparare la lezione, bisogna essere più coraggiosi, siamo rimasti da solo a proporre un’agenda radicalmente alternativa”. Qualora le percentuali restassero così basse, però, l’unica che avrebbe una chance di ottenere un seggio, attraverso il meccanismo dell’uninominale, sarebbe Emma Bonino.
Se i primi dati fossero confermati anche la quarta gamba del centrodestra, la formazione di Raffaele Fitto, incasserebbe un risultato poco lusinghiero: al momento si ferma intorno all’1%, sia alla Camera che al Senato ed è quindi possibile che le porte di Montecitorio e Palazzo Madama restino chiuse. Ancora più in difficoltà gli altri ‘piccoli’ in campo con il centrosinistra: Insieme (che riunisce Verdi, Psi e Area civica) e Civica Popolare guidata da Beatrice Lorenzin, ministro uscente della Sanità, registrano un risultato che si situa sotto l’1% al contrario degli exit poll che al Senato davano entrambi tra l’1 e il 3%: un quadro che potrebbe significare addirittura che i loro voti possano andare dispersi. Ci vorrà ancora del tempo invece per mettere a fuoco il risultato della Svp, che rappresenta gli interessi delle minoranze tedesche e ladine in Sudtirolo.