È un’Italia nuova e sconosciuta. Sono successe tante cose e tutte straordinarie e storicamente mai accadute: la rivolta silenziosa del Mezzogiorno che ha dato a un Movimento con alle spalle una sola legislatura, una messe di voti mai raccolta da nessuno, dal 1948 ad oggi. E sempre dal ’48 non si ricordava un fallimento così totale della sinistra. Sommando le percentuali di quella di governo (Pd) e quelle di opposizione (LeU e Potere al Popolo) si giunge a un risultato, il 25 per cento, che è sotto di dieci punti a quella che i politologi definirono la disfatta del Novecento (Pci e Psi al 35%). Il centrodestra ha i caratteri nazionalisti con venature anche razziste della Lega che fa cappotto al Nord e si mangia quel che resta di Silvio Berlusconi.
È un voto che sancisce la fine politica di Matteo Renzi e del signor B., la fine di ogni possibilità di un grande inciucio perché i due partiti sono stati declassati a comprimari. Un risultato così netto della protesta e così vivo nelle forme in cui essa si è esplicata (voto popolare al M5S e alla Lega) si riduce, grazie ai prestidigitatori della politica a una grandiosa polpetta avvelenata. La legge elettorale, congegnata in modo che nessuno potesse avere la maggioranza, costringe al caos, anzi infila l’Italia nel caos. I Cinquestelle sono il primo partito e a chi possono chiedere i voti, con chi possono allearsi? Se guardano a sinistra è il deserto. Il Pd ridotto al lumicino esprime nel gruppo parlamentare una quota quasi assoluta di fedelissimi di Renzi, il grande sconfitto. Tutti i voti che non si ritrova il Pd sono finiti a Di Maio. E tutti i deputati e i senatori di Renzi sono i grandi nemici del capo dei Cinquestelle. Guardare dall’altra parte, allearsi con la Lega sarà altrettanto problematico. Elettorati vicini nella protesta ma distanti nelle politiche. È impensabile coniugare il reddito di cittadinanza con la flat tax, a meno che non si voglia il default immediato delle casse dello Stato. Resta una terza opzione: governo di centrodestra con Salvini premier più transfughi dal centrosinistra. Ma il risultato della Lega è così imponente e l’alleanza con Forza Italia così fragile da far immaginare la fine di una coalizione che appariva e oggi lo è solo di carta. Vi domanderete: e dunque? Già, e dunque?