Uno sguardo a chi se n’è andato (niente Tomas Milian e addio zio George Romero – ma che ci facevi su uno schermo di Hollywood?) e via con i premi cosiddetti minori. Lo dedica a Philip Seymour Hoffman l’Oscar come miglior attore non protagonista, il 49enne Sam Rockwell. L’avevamo un po’ perso per strada, ma il rozzo, crudele e redento sceriffo di Tre manifesti… interpretato da Rockwell ha convinto l’Academy come un fulmine a ciel sereno. Tra le attrici non protagoniste vince Allison Janney per I,Tonya, nei panni della terribile e rigidissima madre occhialuta della pattinatrice Tonya Harding.
L’attrice di West side story, Rita Moreno (86 anni), consegna invece l’Oscar al Miglior film straniero per Una donna fantastica. Il film cileno di Sebastian Lelio, come da previsione, e meritatamente, raccoglie il testimone da The salesman di Asghar Farhadi e porta sul palco il regista, il produttore Pablo Larrain, e gli interpreti Francisco Reyes e la bellissima trans Daniela Vega in elegantissimo lungo vestito rosa. Anche l’Oscar per il cortometraggio animato per Dear Basketball, co-diretto dalla stella dei Los Angeles Lakers, Kobe Bryant (che giocava in casa), e che racconta la vita del giocatore da quando aveva sei anni, con musiche di John Williams e la co-regia di Glean Keane (factory Disney), non è una sorpresa. Come del resto risponde presente all’Oscar come miglior film d’animazione Coco di Lee Unkrich e Darla K. Anderson e per il miglior brano musicale, molto messicano, Remember me, scritto da Kristen Anderson-Lopez e Robert Lopez.
Infine due le battutine pesanti di Kimmel per ricordare che siamo nell’anno dello scandalo Weinstein. La prima è quando presenta la statua dell’Oscar e dice: “è l’uomo giusto per questo paese: tiene le mani al posto giusto e non ha neanche il pene”. Successivamente quando parla di Chiamami con il tuo nome sottolinea come la progettualità hollywoodiana non significhi solo alto budget: “questo film è stato fatto per sconvolgere il vicepresidente Mike Pence”.