“Renzi ha detto un addio o un arrivederci? Io oggi mi aspettavo l’arrivo degli infermieri con la camicia di forza, mentre gli sentivo dire che la colpa della sconfitta del Pd è degli elettori, che non hanno capito i suoi strepitosi successi”. Così a Otto e Mezzo (La7) il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, commenta le annunciate dimissioni “differite” di Matteo Renzi dalla guida del Pd. E aggiunge: “Se l’è presa anche con Mattarella, senza nominarlo, dicendo che, se l’avesse lasciato votare l’anno scorso, avrebbe avuto un grande successo elettorale, mentre il 4 marzo 2018 è una data infausta, e per questo motivo ha preso una scoppola. In realtà, Renzi prende scoppole da sempre. Ha vinto le uniche elezioni, cioè le europee, in cui gli elettori non lo conoscevano, perché era appena arrivato e gli aveva regalato gli 80 euro” – continua – “Dopodiché le ha perse tutte. Quindi, che si voti nei giorni pari o nei giorni dispari, lui perde sempre. Il pover’uomo non si è reso conto che questo è il crollo di tutto un sistema, quello politico, quello economico che gli sta dietro, quello mediatico che ha cercato in tutti i modi di puntellarlo fino all’ultimo, creando dei bluff clamorosi e delle bolle inesistenti nel Paese: il mito di Gentiloni, l’endorsement di Prodi, l’allarme di Juncker, il fenomeno Bonino. E’ tutta roba di cui la gente se ne frega”. Travaglio sottolinea: “La gente vota considerando il fatto che ci sono enorme periferie sociali abbandonate dagli ultimi governi. E non è un caso che gli unici due partiti che vincono sono Lega e M5s, cioè gli unici partiti che non hanno fatto parte né del governo Gentiloni, né del governo Renzi, né del governo Letta, né del governo Monti. Gli altri che hanno inciuciato in quei governi, facendo pagare i costi della crisi ai poveracci per salvare i ricchi e le banche” – prosegue – “hanno perso tutti. La gente non vuole più vederli. Questo abbiamo detto il 4 dicembre 2016, quando anche in quell’occasione Renzi faceva finta di non capire e sosteneva di avere comunque il 40%. Adesso che ha il 18% non cosa aspetti per prendere atto del fatto che tutto quel ceto dirigente non sta più in piedi. Se poi vuol far esplodere il suo partito, mandare l’Italia alle elezioni e arrivare al 10%, vada avanti così”