Capitoli

  1. Risultati elezioni: fuori Orfini, Formigoni e D’Alema. Ripescati al proporzionale Franceschini, Minniti, Bersani e Boldrini
  2. Fuori Franceschini, Pinotti, Fedeli, De Vincenti
  3. Ci sono Boschi, Lotti e Padoan
  4. Exploit di Di Maio. Battuti 5 ministri del "governo ombra" ma Fioramonti straccia Orfini
  5. Grasso, D'Alema e Boldrini cancellati nei collegi uninominali
  6. I vip del Pd: ce la fa solo Cerno
  7. +Europa porta in Parlamento Bonino e Magi
  8. Espulsi M5s: eletti il massone Vitiello e Caiata in Basilicata
  9. I testimoni di giustizia M5s: sì Aiello, no Masciari
  10. I bocciati all'uninominale ripescati nei collegi plurinominali
Elezioni Politiche 2018

Risultati elezioni: fuori Orfini, Formigoni e D’Alema. Ripescati al proporzionale Franceschini, Minniti, Bersani e Boldrini

Fuori mezzo governo, compreso Franceschini nella sua Ferrara, che però rientra al proporzionale. Dentro Padoan e Lotti. C'è Emma Bonino. Espulsi pentastellati: vincono Cecconi, Caiata e Vitiello. In Parlamento Piera Aiello, la testimone di giustizia 'senza volto', con oltre il 50%. Battuti 5 ministri del "governo ombra" ma Fioramonti straccia Orfini. Torna in Parlamento Luigi Cesaro

Mezzo governo Gentiloni perde le sfide negli uninominali. I renziani se la cavano nelle roccaforti. Luigi Di Maio sfonda quota 60% nella sua Pomigliano d’Arco. Lorenzo Fioramonti, indicato come ministro dello Sviluppo economico di un eventuale governo M5s, straccia Matteo Orfini a Roma Torre Angela. Ma, nonostante l’exploit del Movimento, non ce la fanno altri cinque candidati ministri del “governo ombra” pentastellato: il deputato uscente Riccardo Fraccaro, scelto per i Rapporti con il Parlamento e democrazia diretta, l’aspirante ministro della Giustizia Alfonso BonafedeDomenico Fioravanti (possibile titolare dello Sport), Paola Giannetakis, indicata per gli Interni, e Alberto Bonisoli, scelto per i Beni culturali. Per il centrodestra esce di scena Roberto Formigoni. La mappa delle sfide testa a testa (qui quella complessiva) mette insieme risultati inattesi e decapita la leadership di diversi big di partito, non solo del Pd. Massimo D’Alema viene cancellato nel proprio seggio, battuto da Barbara Lezzi. Pietro Grasso e Laura Boldrini si salvano invece grazie al paracadute del proporzionale, così come il viceministro Teresa Bellanova che riesce a farsi eleggere in Emilia Romagna dopo la sconfitta all’uninominale. Tra gli esponenti della società civile più noti candidati dai dem ce la fa solo l’ex condirettore di Repubblica Tommaso Cerno, che sfrutta la ‘tenuta’ del partito a Milano. Dove Bruno Tabacci vince a mani basse nel collegio del centro città contro l’avvocatessa di Berlusconi Cristina Rossello, a dispetto del risultato deludente della sua lista +Europa.