Merita di essere raccontata con lo sguardo di Rokhaya Mbengue la storia di Idy Diene, senegalese ammazzato da un uomo bianco che non lo conosceva, ma ieri è uscito di casa armato e si è messo a sparare a un nero a caso e quel nero era lui.
Rokhaya è la compagna di Diene. Lui si prendeva cura della donna da quando lei era rimasta vedova, e aiutava la figlia di lei mandandole i soldi per studiare in Senegal. Li aveva avvicinati il dolore per la assurda perdita di Samb Modou, che era il cugino di Diene e il marito Rokhaya.
Samb, come Diene, era stato ucciso da un italiano di pelle bianca che non lo conosceva. A Firenze, nel 2011. Gianluca Casseri, militante di Casapound, aveva anche lui aperto il fuoco contro i neri a caso, in centro, in pieno giorno, come il candidato della Lega Nord e militante di Casapound Luca Traini ha fatto a Macerata. Morirono così due uomini e uno era Samb, il marito di Rokhaya, il cugino di Diene.
Rokhaya era disperata e lo è di nuovo, ora che un colpo sparato dalla pistola di un uomo bianco uccide anche il suo Diene.
Di nuovo senza una spiegazione accettabile, anche se i giornali si sono premurati di raccontare questa storia con gli occhi dell’omicida e spiegare che aveva problemi economici e che era uscito di casa con l’intenzione di suicidarsi ma poi gli era mancato il coraggio e allora aveva sparato a Diene. I giornali si sono anche premurati di scrivere che Diene era un venditore ambulante e che, sebbene fosse regolarmente residente in Italia, non aveva la licenza, come se questo costituisse un attenuante.
Chiaro il nesso? L’omicida aveva problemi economici e allora ha sparato a un venditore ambulante nero senza licenza. Vengono in mente le parole di Marco Minniti dopo la strage fascista di Macerata
Sul luogo dell’omicidio è intervenuta la Folgore, una pattuglia dell’esercito impegnata nell’operazione “Strade sicure”. Non lo sono, in effetti: “I neri hanno paura a uscire di casa”, racconta una mamma, senegalese, che è in presidio a Ponte Vespucci, a Firenze, dove Diene è stato ammazzato: “La mia bambina di sette anni mi ha detto Mamma, perché non ce ne andiamo in un altro paese? Non è sicuro qui per noi”. Sabato mattina a Firenze ci sarà un corteo, il percorso è ancora da definire.
“I fini razzisti sono da escludersi”, dicono gli inquirenti che hanno arrestato l’omicida, Roberto Pirrone, 65 anni, e gli hanno sequestrato pistole e fucili che deteneva in casa. Non era Pirrone a essere razzista, era Diene a essere nero.
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