Le elezioni del 4 marzo hanno segnato la debacle della sinistra in Emilia Romagna. Per la prima volta dal Dopoguerra le urne hanno consegnato la roccaforte rossa alla coalizione di centro destra (34% a 30 alla Camera, 33,8% a 30,5 al Senato), mentre il Movimento Cinque Stelle ha superato il Partito Democratico affermandosi come primo partito in regione. Al circolo Arci Benassi di Bologna il popolo del centro sinistra medita sul risultato e spartisce il peso della sconfitta tra il segretario Matteo Renzi, giudicato divisivo e incapace di amalgamare le anime del partito, e i fuoriusciti di Liberi e Uguali che hanno frantumato il Pd condannandolo al disastro elettorale. Ma c’è anche chi, dopo una vita di voto “mancino”, domenica scorsa si è voltato a destra e ha votato per Silvio Berlusconi o per Matteo Salvini, o chi ha “tradito” il Partito con i Cinque Stelle. Con cui, ora, una parte degli elettori di centro sinistra vorrebbe allearsi per formare un nuovo governo “nell’interesse dei cittadini”, dicono, mentre Renzi, pronto a portare il Pd all’opposizione, “deve dimettersi”.