La promessa del reddito di cittadinanza accompagnato dalla riforma dei centri per l’impiego. La suggestione di un piano di “investimenti ad alto moltiplicatore occupazionale per creare nuove opportunità di lavoro“. O forse solo, più in generale, la promessa di un cambiamento dopo decenni di politiche evidentemente inefficaci nel promuovere la crescita al Sud. Da cui negli ultimi 15 anni, secondo lo Svimez, sono “fuggiti” almeno 200mila laureati. C’è tutto questo dietro i risultati elettorali del Movimento 5 Stelle nelle Regioni meridionali: 48% in Sicilia, più del 40% in Puglia, Campania e Calabria. Ma per individuare le aree in cui i pentastellati hanno guadagnato più voti rispetto alle politiche del 2013 è sufficiente di fatto, come evidenziato dal Centro Italiano Studi Elettorali (Cise) diretto dal politologo Roberto D’Alimonte, guardare un dato: il tasso di disoccupazione. Ilfattoquotidiano.it ha verificato che, a fronte di un guadagno medio a livello nazionale di 7 punti percentuali rispetto a cinque anni fa, nelle 30 province italiane in cui è maggiore la percentuale dei senza lavoro l’M5s ha visto crescere i propri consensi mediamente del 18 per cento. E sono praticamente tutte province del Sud.
L’Istat fornirà solo il 13 marzo i dati sul tasso di disoccupazione disaggregato a livello provinciale aggiornati al 2017. Ma la classifica delle zone con più senza lavoro è tristemente stabile negli anni: a rimpallarsi il poco invidiabile primato sono di volta in volta Crotone, l’ex provincia del Medio Campidano (ora Sud Sardegna), Palermo, Agrigento, Siracusa, Reggio Calabria, Cosenza, Lecce, Napoli, Messina, Sassari, Vibo Valentia, Trapani, Caltanissetta, Caserta, Carbonia Iglesias, Bari, Oristano, Enna, Ragusa, Catanzaro, Catania, Barletta-Andria-Trani… Qui il rapporto tra i disoccupati e le forze di lavoro totali varia (dati 2016, gli ultimi disponibili appunto) tra il 28,3 e 18% contro un tasso medio italiano dell’11%. E qui il Movimento ha fatto cappotto, arrivando in molti casi a guadagnare più punti rispetto a quelli persi dal centrosinistra. Del resto, nota l’Istituto Cattaneo analizzando il travaso di consensi dal Pd al movimento di Luigi Di Maio, il reddito di cittadinanza “rivolgendosi soprattutto a settori sociali più marginali e che hanno subito le difficoltà della crisi economica, sfida la sinistra anche sul piano delle rivendicazioni e delle promesse ‘materiali”.
Nel collegio di Scampia e Secondigliano M5s a +37,3 punti rispetto al 2013 – Alle politiche 2013 l’M5s prese, per la Camera, 8,69 milioni di voti: il 25,5. A questa tornata ne ha conquistati 10,6 milioni, aggiudicandosi il 32,6%. Ma nelle aree del Sud in cui – stando ai dati ufficiali – un quarto o un quinto della popolazione è in cerca di un posto di lavoro e non lo trova la percentuale sale anche di 20 punti. Il Cise ha messo a confronto i risultati di partiti e coalizioni con quelli di cinque anni fa. Prendiamo Napoli, dove per l’istituto di statistica i senza lavoro erano nel 2016 il 22,8% per un totale di 242mila persone, la cifra assoluta più alta tra le province italiane. Nel collegio di Ponticelli, zona orientale che comprende San Giovanni a Teduccio, Poggioreale e i quartieri di Scampia e Secondigliano, il M5s è passato dal 25,1 al 62,4: +37,3 punti. Il centrosinistra nel frattempo è crollato dal 29,2 all’11,4%. A Fuorigrotta, che comprende l’ex area industriale di Bagnoli, il salto del Movimento è stato di 30,6 punti: da 27,3 a 57,9%. Mentre il centrosinistra ha ceduto 15 punti. Più contenuto, si fa per dire, l’aumento del bottino ottenuto dai 5 Stelle a Santa Lucia, vale a dire il centro del capoluogo campano: qui i pentastellati salgono dal 22,3 al 43,2%. Exploit di 32,3 punti – dal 22,8 al 55,1% dei consensi – poi, a Caserta, dove un quinto delle forze di lavoro non trovano un posto.
A Palermo disoccupazione al 25% e pentastellati guadagnano il 15,2 – A Palermo, con oltre il 25% di senza lavoro (due punti in più rispetto al 2014) per un totale di più di 100mila persone, il voto grillino ha sfiorato il 50%: 49,1% nel collegio di Settecamini che comprende il quartiere Brancaccio, dove l’M5s aveva preso nel 2013 meno del 34% dei consensi, 48,5% in quello di Resuttana-San Lorenzo dove si era fermato al 34,2. Qui il centrosinistra ha tracollato, lasciando sul terreno il 27% e atterrando al 21,5. Significativi anche i risultati di Siracusa, dove la disoccupazione è al 24 per cento. I 5 Stelle nella provincia ionica hanno portato a casa il 19,8% in più del risultato ottenuto nel 2013 per la Camera: 58,4%.
Bottini di oltre 20 punti in più dalla Puglia alla Sardegna – Passando alla Puglia, la provincia di Lecce in cui i senza lavoro sono il 23% ha premiato i 5 Stelle con un +15,6% rispetto al 24,9% del 2013. Giù di 10 punti, in parallelo, il centrosinistra. Quanto a Bari, dove il tasso di disoccupazione è al 20%, il bottino pentastellato nel collegio Bari-Bitonto è passato dal 29,6% delle politiche 2013 al 50,4%. E la ex provincia sarda del Medio Campidano, la più povera dell’isola, con un tasso di disoccupazione del 27,8%? Nel collegio di Oristano di cui fanno parte i suoi Comuni i pentastellati hanno preso il 44%, contro il 29,4 del 2013.
Infine Crotone, che per l’istituto di statistica è, stando agli ultimi dati disponibili, la provincia con il tasso di disoccupazione più alto: 28,3%. Qui il consenso ai 5 Stelle (dati relativi ai collegi della Camera) ha avuto un boom di 27,6 punti, arrivando al 53%. Meno 15 per il centrosinistra. Il Movimento ha sfondato anche in provincia di Catanzaro, raccogliendo il 46,3% dal 24,1 del 2013. Nella città affacciata sullo Ionio i disoccupati sono al 19%.