“Oggi non sono passate 48 ore dalle elezioni e quasi tutti sembrano già diventati grillini“. Così a Dimartedì (La7) il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, commenta i “riposizionamenti” nei confronti del M5s, all’indomani delle elezioni. “È intervenuto Marchionne” – continua – “Ha sostenuto il governo Berlusconi, il governo Monti, il governo Letta, il governo Renzi e il governo Gentiloni. Come diceva il vecchio senatore Agnelli, siamo governativi per definizione. Scalfari l’abbiamo sentito prima, è lo stesso che diceva che Berlusconi era meglio di Di Maio. È intervenuto anche il presidente di Confindustria, cioè quello che annunciava cataclismi se vinceva il No al referendum costituzionale. Ha vinto il No e le cose sono andate anche un filino meglio di come andavano prima”. E aggiunge: “Avevano annunciato gli stessi cataclismi se vincevano i populisti e non pare che le borse siano crollate per il momento, perché lo sapevano tutti come finivano le elezioni, tranne i nostri grandi giornali che non avevano capito niente. Questa corsa dell’establishment a benedire il governo deve mettere in grande allarme Di Maio, perché, quando ti ritrovi dalla tua parte le persone che ho appena nominato, salvo qualche eccezione, ti devi domandare se stai sbagliando qualcosa”. Travaglio prosegue: “Scalfari forse esagera nel dire che Di Maio sarà il leader del grande partito della sinistra, ma che ci siano più compatibilità tra il programma del M5s e quello del centrosinistra è indubitabile. Lo hanno deciso gli elettori, preferendo i 5 Stelle al proprio partito. È vero che il Pd rischia di essere fagocitato se appoggia un governo M5s. Ma è anche vero che se non lo appoggia e si va a elezioni, il Pd scompare”. Il direttore de Il Giornale, Alessandro Sallusti, obietta: “Che titolo farà Travaglio sul suo giornale il giorno in cui nascerà il governo Grillo-Pd? Il titolo vero dovrebbe essere: ‘nasce il governo Di Maio-Boschi'”. Il direttore del Fatto replica: “Sarà divertente vedere chi appoggia quel governo. Ma, in ogni caso, io non amo mica fare i giornali governativi, non li ho mai fatti in vita mia e non lo farei neanche in quel caso. Anzi, oggi ho scritto che più crescono i consensi dell’establishment per i 5 Stelle più mi sta sul culo il M5S, se vuoi. Io sono sempre stato abituato a stare dall’altra parte. Però non credo che sarebbe un governo Boschi, perché certamente il giglio magico col M5S non ci vorrà stare”
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