In queste ore si cerca faticosamente di analizzare i risultati delle elezioni del 4 marzo, partendo dal Sud che ha premiato il M5S e la Lega, bocciando sonoramente il Pd e tutto quello che resta della sinistra. Ebbene, i grandi esperti, ma anche chi dentro le stanze dei bottoni non accetta la sconfitta, sostengono che il Movimento 5 Stelle abbia vinto per la promessa del reddito di cittadinanza, banalizzando così il senso di quel voto e il vero peso politico. Sono d’accordo con quanto scrive Alessandro Cannavale sul suo blog.
Il Movimento 5 Stelle e la Lega hanno vinto al Sud perché la gente ha deciso di sceglierli. E per la prima volta di rompere con il passato e con i vecchi big della politica, inamovibili, incompetenti, che in questi anni si sono preoccupati molto di valorizzare amici e amici degli amici, più che fare politica per il bene comune. Questa idea che al Sud siano tutti imbecilli, arretrati e un po’ incapaci di pensare con la propria testa, ha un po’ stancato e forse qualche analista con la gente ci dovrebbe parlare prima di arrivare a conclusioni troppo affrettate. Il dato, che non possiamo non tenere in considerazione, è che molti giovani hanno scelto M5S e Lega, piaccia o no. E non certo per il reddito di cittadinanza. E non certo perché sono tutti razzisti. Magari qualcuno l’ha pure fatto per questo ma i numeri sono troppo alti per banalizzare il risultato elettorale così.
Al Sud ogni giorno bisogna fare i conti con una sanità al collasso, con l’assenza di lavoro, con la criminalità organizzata e con quella comune, con la mancanza di soluzioni rispetto al tema migranti, con l’insicurezza, con la povertà. È un voto di ribellione vero che vuole dare un segnale, in Calabria, per esempio, a chi è al governo regionale. Come riporta Il corriere della Calabria in un articolo dell’11 gennaio 2018, Mario Oliverio, il governatore Pd della Calabria, gode di due vitalizi e una pensione: uno dal Parlamento (che percepisce già) e uno dalla Regione (al momento sospeso e sostituito dall’indennità di presidente). Ma non solo, Oliverio è anche dipendente del ministero della Pubblica istruzione, come assistente amministrativo della scuola del suo paese, San Giovanni in Fiore, collocato a riposo dallo scorso dicembre. A riposo e con una pensione, pur non avendo mai lavorato “Per un motivo molto semplice: è in politica da 40 anni”, chiarisce il giornale online.
Qualche settimana fa, la trasmissione Le Iene, è andata a trovare un tale Pietro Filippo, un superfurbetto del cartellino, condannato dalla Cassazione (e quindi in via definitiva) per truffa ai danni dello Stato. Ebbene, Filippo, piuttosto che essere licenziato dalla Asl di Cosenza in cui lavora e con un ruolo apicale, al momento del servizio de Le Iene era ancora al suo posto a raccogliere svariati incarichi. E la politica calabrese, anche in questo caso, è rimasta muta, pur essendo responsabile delle nomine dei direttori generali che poi scelgono le persone e decidono gli incarichi. In Calabria, non ci soldi per curare i malati, non ci sono soldi per l’assistenza domiciliare, non ci sono soldi per gli ospedali fatiscenti. Ma secondo voi, tutto questo la gente non lo vede?
Lo dico onestamente. Io non ho mai sostenuto il Movimento 5 Stelle e soprattutto non ho mai sostenuto la Lega, ma comprendo le ragioni del voto. La voglia di allontanare la vecchia classe politica. E non tirate in ballo la ‘ndrangheta, i poteri forti, il ritorno di Peppe Scopelliti, e così via e, soprattutto, non tirate fuori questa storia del reddito di cittadinanza. In questi anni la sinistra ha tradito le aspettative, al Sud come al governo nazionale, si veda anche lo schiaffo dato alle sindache antimafia candidate col Pd. Reggio per colpa di chi non ha saputo difendere i diritti di un popolo sottomesso per anni ha dimenticato la storia di Garibaldi, ferito in Aspromonte, ed ha consegnato la città alla Lega dei Lombardi.
E ora, se proprio volete fare qualcosa, fate un passo indietro.