Le parole a volte ti si rivoltano contro e da sberleffo sprezzante diventano la tua “croce”. Così a 22 mesi dall’uso di #ciaone per salutare il fallimento del referendum sulle trivelle, sono gli elettori dell’Emilia-Romagna a voltare le spalle ad Ernesto Carbone, che lanciò l’hashtag su Twitter scatenando critiche anche dalla minoranza del partito: il deputato dem, renziano di ferro, è fuori dal Parlamento.
E da tre giorni sotto i suoi post è tutto un fiorire di quel saluto da lui usato il 17 febbraio 2016, a urne aperte, per sbeffeggiare l’ormai certo quorum fallito. “Prima dicevano quorum. Poi il 40. Poi il 35. Adesso, per loro, l’importante è partecipare #ciaone”, scrisse all’epoca. E giù polemiche.
Qualcuno ha pensato anche di modificare la voce Wikipedia dedicata all’ormai ex onorevole del Pd. La sezione “Attività Politiche” è stata arricchita con la news più fresca: “Nelle elezioni politiche del 4 marzo 2018 non è stato eletto. #Ciaone Ernesto“, ha scritto qualche utente nelle ore successive alla ripartizione dei seggi proporzionali. Carbone, terzo nel listino per il Senato del collegio Emilia-Romagna 1, è tra gli esclusi.
Il Pd ha raccolto il 31,20% dei voti che sono valsi l’elezione dell’ex sindaco di Imola Daniele Manca, sul cui seggio dovrà pronunciarsi la Giunta delle elezioni di Palazzo Madama, e la vice-ministra Teresa Bellanova, che qui era stata paracadutata per proteggerla dalla sfida nell’uninominale di Nardò dove ha racimolato appena il 17,35% delle preferenze arrivando terza alle spalle di Barbara Lezzi e del candidato del centrodestra. Niente da fare per Carbone e la marchigiana Francesca Puglisi, responsabile scuola del Pd.