“Tu hai paura di me”. Non il solito omaggio all’8 marzo, ma 132 pagine di inchieste, reportage e interviste che dopo il caso Weinstein raccontano la ribellione delle donne, non solo sul fronte delle molestie ma in tutti i campi dove la parità di genere è ancora da conquistare. Nel lavoro e negli stipendi, in famiglia e nella vita di coppia, nei diritti e persino sui campi da calcio. Il tutto pensato e raccontato esclusivamente da firme femminili. “Tu hai paura di me” è il titolo di copertina del numero di marzo di FqMillennium, il mensile diretto da Peter Gomez, attualmente in edicola.
Tra le inchieste, la storia esclusiva del “servizio segreto” che in Italia protegge le ragazze, anche minorenni, che vogliono sottrarsi ai matrimoni forzati(leggi l’anteprima) . Strappandole dalle famiglie di origine , fornendo loro una nuova identità e una residenza protetta. Sul femmincidio, il giudizio tranciante di un addetto ai lavori, il giudice milanese Fabio Roia. Secondo il quale troppo spesso le donne muoiono perché le denunce di molestie e abusi vengono sottovalutate da magistrati e forze dell’ordine. Quando poi non ci si mettono anche i giornalisti a dimenticare le vittime, concentrandosi sui carnefici, come ricorda nella sua rubrica Valentina Petrini, la conduttrice di Nemo su Raidue, commentando recenti fatti di cronaca.
Sul fronte dei diritti, una squadra di otto giornaliste, alcune delle quali munite di telecamere nascoste, hanno girato ospedali, consultori e farmacie per verificare lo stato di salute della legge 194 sull’aborto, approvata quarant’anni fa. E hanno verificato sul campo che l’altissima quota di medici obiettori (il 100% in molte strutture) spesso rende un calvario una scelta già difficile e tormentata.
La discriminazione corre però anche sul filo della vita quotidiana. Non solo nelle retribuzioni e nelle carriere – l’ormai citatissimo “soffitto di cristallo” – ma negli stereotipi di genere che condizionano le scelte fin dall’infanzia. Per questo FqMillenniuM ha deciso di raccontare dal vivo l’attività condotta nelle scuole dall’organizzazione internazionale Inspiring Girls. Donne che svolgono professioni ancora considerate “da uomini” (ingegneri, tecnici, top manager…) spiegano alle ragazzine (e ai ragazzini) che nessuna opportunità deve essere preclusa in nome dei pregiudizi.
A proposito, ma uomini e donne sono davvero uguali e in grado di fare le stesse cose nello stesso modo? La scienza, spiega un altro approfondimento del mensile, è cauta: certo che ormoni e una diversa struttura del cervello condizionano attitudini e comportamenti, ma nessuno studio ha mai dimostrato che questi effetti possano essere determinanti, ne è facile distinguerli dall’inesorabile lavorio quotidiano dei fattori culturali.
Con ironia e indignazione, la scrittrice Francesca Fornario affronta la solitudine delle famiglie precarie nella Patria dei “Family Day”. Mentre la rubrica Strangers do it better raccoglie come sempre le migliori pratiche dall’estero: in Svezia, per esempio, a mamme e papà sono indistintamente concessi fino a 16 mesi di congedo parentale.
Che le donne siano perfettamente in grado di comandare sugli uomini lo racconta in un’intervista la stilista Lavinia Biagiotti, mentre la celebre blogger sentimentale Ester Viola si addentra in frammenti di discorsi amorosi nell’era dei social. E la pornostar Valentina Nappi firma un eversivo manifesto del piacere al femminile.
Anche il calcio, però, può essere “da femmina”, come testimonia il reportage sul campo – è il caso di dirlo – sulle sempre più numerose bambine che scelgono il pallone e si allenano insieme ai maschietti. Accompagnatrice d’eccezione, la calciatrice di serie A Raffaella Manieri.