L’esito delle elezioni in Italia non sembra aver “minato la fiducia” dei mercati. Ma “non bisogna sottovalutare” una eventuale “protratta instabilità” che può “impattare negativamente su inflazione e pil”. E, “in termini generali”, occorre tener presente che “il bilancio pubblico è di massima importanza nei paesi ad alto debito“. Infine un promemoria: “L’euro è irreversibile” e “una protratta instabilità può minare la fiducia e impattare negativamente su inflazione e pil”. Mario Draghi se l’è cavata così, durante la conferenza stampa dopo la riunione del consiglio direttivo della Bce, davanti alle domande sulla possibilità che il prossimo governo faccia marcia indietro sulla riforma delle pensioni e sul Jobs act. Nel frattempo l’Eurotower, seppur con tutte le cautele ed evitando qualsiasi scossone, frena sul quantitative easing, il piano di acquisto di bond e titoli di Stato che dal 2015 tiene al riparo i Btp dalle turbolenze dei mercati.
Il piano per sostenere l’economia dell’Eurozona, ha confermato il consiglio dei governatori, continuerà “all’attuale ritmo mensile di 30 miliardi di euro, sino alla fine di settembre 2018, o anche oltre se necessario”. Ma dal comunicato finale del meeting è scomparso il riferimento – ancora presente in quello di fine gennaio – a un possibile aumento del ritmo degli acquisti in termini di entità o durata in caso di un peggioramento delle prospettive economiche. Una decisione unanime, ha chiarito il presidente dell’Eurotower. E legata evidentemente al fatto che la crescita, per la Bce, sarà un po’ più alta del previsto: stando alle ultime previsioni il pil dell’eurozona dovrebbe crescere del 2,4% nel 2018, dell’1,9% nel 2019 e del’1,7% nel 2020.
“Per trarre tutti i benefici dalle nostre misure di politica monetaria, altri settori politici devono contribuire in modo decisivo ad aumentare il potenziale di crescita a lungo termine e ridurre le vulnerabilità“, ha aggiunto poi l’ex governatore di Bankitalia. “L’attuazione delle riforme strutturali nei paesi dell’area dell’euro deve essere sostanzialmente rafforzata per aumentare la resilienza, ridurre la disoccupazione strutturale e aumentare la produttività e il potenziale di crescita della zona euro”.