Valdis Dombrovskis ha risposto alle dichiarazioni di Alberto Bagnai, consigliere di Salvini. Secondo cui la via maestra per ridurre il debito/pil è puntare sul denominatore, lanciando un piano di investimenti pubblici e superando se necessario il tetto del 3% fissato per il deficit/pil. Intanto il Tesoro si dice pronto a presentare il Def ma senza "alcun nuovo obiettivo né impegno"
E’ “importante” che l’Italia mantenga la “rotta”, con politiche di bilancio “responsabili“, dato che ha il secondo debito/pil di tutta l’Ue “dopo la Grecia”. E la “disciplina” dettata dai mercati finanziari “può avere un ruolo” nell’influenzare la direzione della politica economica del governo che verrà. Quindi, è importante “non creare aspettative negative”, come accadrebbe se si deviasse dal percorso concordato con la Commissione per riportare in linea i conti. Così il vicepresidente dell’esecutivo Ue Valdis Dombrovskis ha risposto, in conferenza stampa a Bruxelles, in merito alle dichiarazioni di Alberto Bagnai, economista e consigliere di Matteo Salvini. Che in un’intervista a Mf ha detto che la priorità è la crescita economica e la via maestra per ridurre il debito/pil è puntare sul denominatore, lanciando un piano di investimenti pubblici e se necessario superando i tetti previsti per il deficit.
Se scattasse una procedura d’infrazione, “ne avremo sempre una trentina in meno della Germania”, ha sostenuto Bagnai. “Nella Commissione europea – è la replica di Dombrovskis – non commentiamo la politica di partito negli Stati membri e ora c’è un processo di formazione del governo in Italia, che si deve svolgere secondo le regole previste dalla Costituzione italiana. Per quanto riguarda il bilancio la Commissione è stata molto chiara su quelle che sono le aspettative sugli obiettivi per il deficit. C’è l’aspettativa di una correzione dello 0,3% del pil – aggiunge – come sforzo strutturale quest’anno. Questo verrà valutato in maggio nell’ambito del ciclo del semestre europeo”.
Anche il M5s punta su un aumento della spesa pubblica, ma il candidato premier Luigi Di Maio ha frenato sulla necessità di sfondare il tetto del 3% fissato per il rapporto deficit/pil e Andrea Roventini, indicato come ministro dell’economia dell’eventuale governo pentastellato, ha detto che “è un feticcio ma va rispettato”, anche se “in maniera flessibile”.
Intanto il Tesoro chiarisce di esser pronto a presentare il Documento di economia e finanza alle Camere entro il 10 aprile qualora non ci sia per allora un nuovo governo, ma “limitandosi alla descrizione dell’evoluzione economico-finanziaria internazionale, all’aggiornamento delle previsioni macroeconomiche per l’Italia e al quadro di finanza pubblica tendenziale”. E senza formulare “alcun nuovo obiettivo né tanto meno ipotizzare alcun nuovo impegno“. Tradotto: la patata bollente dell’eventuale manovra correttiva passa nelle mani del futuro esecutivo. Così come la stesura del programma di stabilità e del programma nazionale di riforma, che in generale “devono essere presentati al Consiglio dell’Unione europea e alla Commissione europea entro il 30 aprile”. Ma “come è già accaduto in simili circostanze di attesa per la formazione di un governo in seguito ad elezioni in uno Stato membro, la Commissione europea ha già comunicato che attenderà l’insediamento del nuovo governo per conoscerne gli intendimenti programmatici”.