di Livia Pastore
Riflessioni un po’ più a freddo. I due maggiori partiti in Italia sono M5S e Pd, checché se ne dica. D’accordo, nella coalizione di centrodestra ha avuto più successo la Lega, ma ha solo un 18% scarso, quindi Matteo Salvini non si montasse troppo la testa.
Dopo le dichiarazioni dei vari leader, oggi sembra che solo il M5s abbia intenzione di “aprire” agli altri partiti e fare effettivamente un governo, a patto che ci si confronti sui temi e che i due grandi sconfitti e oppositori, Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, si ritirino dai giochi. Dopotutto Forza Italia e Pd esistono anche senza di loro. Aspetta, esistono anche senza di loro? Boh. Secondo Renzi, parrebbe di no, e come dargli torto? Dopotutto lui è l’anima e il cuore del suo partito e non ha mai commesso alcun errore! Gli errori, semmai, li hanno fatti i suoi elettori, che non lo hanno capito, poverino. E Sergio Mattarella, quel cattivone, che ha imposto al Pd di concludere il mandato dopo la sconfitta al Referendum. Se fosse dipeso da Matteo, sarebbero andati subito al voto, e allora sì che avrebbero vinto. Sicuramente.
Intanto Matteo Renzi si è formalmente dimesso. Aveva detto che lo avrebbe fatto dopo la formazione del nuovo governo, forse perché lui è un leader responsabile e non voleva lasciare solo il suo partito in questo travagliato momento storico. Ecco, magari fa meglio a lasciarlo solo. C’è da comprenderlo, in realtà è chiaro che non è lui che se ne voleva andare, ma ora forse è il Pd che lo vuole cacciare, o almeno questa è l’impressione, a sentire alcuni suoi ex-fedelissimi. Ciononostante, Renzi si è sentito abbastanza sicuro (o arrogante, punti di vista) da poter tracciare la futura linea guida del partito che sta per lasciare, e cioè “niente accordo coi populisti”.
Il terzo partito più votato, la Lega, si sente già vincitrice. Salvini sbava per la presidenza del Consiglio come Berlusconi davanti a una prescrizione, ma neanche la Lega è disposta a fare accordi con i 5 Stelle. Guarda un po’.
Quindi? Sottolineando il fatto che il Rosatellum sembra realizzato proprio per garantire l’ingovernabilità in caso di vittoria M5s. I partiti che l’hanno votata, ora stanno semplicemente attuando il piano B: se anche fosse possibile governare insieme in qualche modo, loro dicono “Noi non siamo disposti a farlo insieme al M5S”. Democrazia portami via!
Le mie giocate per il Totogoverno:
1) Si cercherà di unire le coalizioni di centrodestra e centrosinistra con una “larga intesa”. Qui c’è un Salvini di traverso, scomodissimo per il Pd, che coi populisti non se la fa, e per B., che con lui di mezzo non può più interpretare il protagonista della commedia (e chissà che questo non faccia addirittura bene alla sua immagine!) Ma con un po’ di zucchero anche la pillola leghista va giù, e lo zucchero sarebbe mandare il partito vittorioso all’opposizione. Libidine! Chissà se Sergio Mattarella avrebbe qualcosa in contrario.
2) Tutti i partiti si tirano indietro, i Cinquestelle puzzano di pesci morti male, evidentemente. Governo provvisorio, col beneplacito di Mattarella per scrivere una legge elettorale e poi tornare al voto. Sarebbe la quarta legge elettorale in dieci anni? Ho perso il conto. E chissà quante accuse di incapacità potranno avanzare al M5s quando il primo partito, con solo 1/3 di seggi in parlamento e tutti contro, non riuscirà a far passare nessun provvedimento. Già se la pregustano!
3) Questa opzione rappresenta più una speranza infantile, un trip da Lsd, una favola Disney. Ora che Renzi si è dimesso davvero, possiamo pensare a una sufficiente maggioranza M5s e Pd de-renzizzato.
Nella realtà, i toto-governi sono già stati fatti, ma noi dovremo aspettare la prossima puntata per sapere come andrà a finire. Restate sintonizzati.
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