IL RETROSCENA - C'è un interlocuzione in corso tra Forza Italia e i fedelissimi del segretario dimissionario. Un dialogo che ha un duplice obiettivo: in prima battuta trovare sostegno per fare nascere un governo conForza Italia e la Lega. In seconda spaccare definitivamente i dem. Ma c'è l'incognita numeri. E quella legata a Salvini
Il ruolo di regista della coalizione di centrodestra rivendicato da Silvio Berlusconi passa da Matteo Renzi. C’è un interlocuzione in corso tra Forza Italia e i renziani. Un dialogo che ha un duplice obiettivo: in prima battuta trovare sostegno per fare nascere un governo con il partito di Silvio Berlusconi e la Lega. In seconda spaccare definitivamente il Pd. A confermarlo al fattoquotidiano.it sono fonti del centrodestra che chiedono di non essere citate. “Al centrodestra – raccontano – mancano 57 voti alla Camera e 20 al Senato. Accerchiato nel suo stesso partito Renzi può comunque contare su una trentina di fedelissimi eletti. Il resto si trova tra ex M5s e qualcos’altro: al voto di fiducia basta che qualcuno abbia il maldipancia e non vada a Palazzo Madama, o esca dall’aula per abbassare il quorum“.
“Intendo fare tutto il possibile, con la collaborazione di tutti, per consentire all’Italia di uscire dallo stallo, di darsi un governo”, scrive Berlusconi in una lettera inviata agli eletti del suo partito. E lo fa mentre i renziani più fedeli hanno riattivato i canali di comunicazione con i big azzurri. L’uomo cerniera è sempre lo stesso: Denis Verdini, fuori dal Parlamento ma forte ancora di capacità d’interlocuzione dalle parti di Rignano. Anche perché dopo la batosta elettorale i renziani rischiano di vivere un Vietnam dentro al loro stesso partito. Le esternazioni di big come Dario Franceschini e Luigi Zanda, i contatti sotterranei tra una parte di dem e il Movimento 5 stelle raccontati dal fattoquotidiano.it, la posizione del Quirinale, hanno spinto il segretario dimissionario a incarnare il volto del Pd che mai e poi mai andrà con i pentastellati. Nessuna parola, invece, su un eventuale esecutivo di centrodestra. Un governo, però, per non andare alle urne bisogna pur farlo. “Avete mai visto i capponi festeggiare il Natale”, continua la fonte di centrodestra riferendosi alla sicura non rielezione di molti parlamentari del Pd in caso di voto anticipato nei prossimi mesi. Per questo motivo i renziani hanno reagito alle furiose esternazioni della minoranza dem riaprendo i contatti con Forza Italia. “Dopo il voto tutti sono concentrati sul Movimento 5 Stelle o sul centrodestra. Io mi concentrerei più sul Pd e su Renzi perché la legislatura è nelle mani del Pd, e di Renzi, è lui che darà le carte”, dice convinto in un’intervista a La Stampa Ennio Doris, socio e intimo di Berlusconi. “I due vincitori centrodestra e 5 Stelle non sono compatibili, che si mettano insieme è fantasia- continua il banchiere – Se il Pd sceglierà l’alleanza con il centrodestra la strada per certe cose è spianata“.
Va forse letto in questo senso il post su facebook di Luca Lotti, il Richelieu del renzismo, che ha praticamente manganellato Andrea Orlando, leader della minoranza dem. “Ha ragione il ministro Orlando quando chiede un dibattito nel Pd, sul Pd almeno, così, avremo modo di parlare di chi ha perso nel collegio di residenza ma si è salvato col paracadute di chi non ha proprio voluto correre e di chi invece ha vinto correndo senza paracadute”, scrive il ministro dello Sport riferendosi al fatto che il guardasigilli è stato sconfitto all’uninominale, salvandosi poi al proporzionale in Emilia dove era capolista. “Lotti attacca me per mandare un messaggio ai renziani in fuga”, replica Orlando. Come dire: per trattare con Forza Italia i renziani hanno bisogno di contarsi. E nel day after di una batosta elettorale senza precedenti è quasi genetico che alcuni abbiano l’irrefrenabile tentazione di allontanarsi dal capo perdente. “Conoscendoli non credo accettino la sconfitta e inizino a lavorare per ricostruire il partito all’opposizione. Saranno pronti a tutto. Ma non credo che il sostegno a un governo di Matteo Salvini possa andare in porto. Anche perché non hanno i numeri“, dice invece una fonte di centrosinistra al fattoquotidiano.it.
E in effetti il nodo principale è proprio questo: possono i renziani collaborare a far nascere un governo guidato dal leader della Lega? Ipotesi considerata impraticabile da èpiù parti. “Certo – dice la fonte di destra al fatto.it – la situazione sarebbe diversa se il posto da premier andasse a qualcun altro: qualcuno più sfumato, più istituzionale”. Accetterà mai Salvini, il volto della vittoria del Carroccio e del centrodestra, di farsi da parte? Accetterà mai di cedere spazio a una figura indicata da Berlusconi e Renzi, che invece di queste elezioni sono i perdenti? “Berlusconi regista della coalizione? È una risorsa, va benissimo, si va d’amore e d’accordo”, è la battuta con cui il leader della Lega liquida la questione. C’è da capire quante risorse è in grado di portare la risorsa B.