A spingere la notizia anche un sindaco renziano e il sindacalista sostenitore del Si al referendum costituzionale. A smentirla la consulta nazionale dei Caf, che parla di casi isolati: "Non ci risulta un fenomeno diffuso, c'è stato invece un forte incremento delle richieste di Isee (l'indicatore della situazione economica) per ottenere il reddito di inclusione"
“A quattro giorni dalla vittoria del Movimento 5 stelle alle elezioni politiche, in Puglia e Basilicata è iniziata la corsa ai Caf e agli assessorati locali per chiedere i moduli per il reddito di cittadinanza che fa parte del programma elettorale grillino“. La notizia è stata riportata dalla Gazzetta del Mezzogiorno, confermata da un sindaco (che poi ha fatto parziale marcia indietro), da un paio di sindacalisti locali e dal responsabile del centro di orientamento al lavoro del Comune di Bari. Poi è stata ripresa da tutte le testate nazionali. La consulta nazionale dei Caf, tuttavia, ha smentito categoricamente ogni tipo di ricostruzione, parlando al contrario di casi isolati, di numeri irrilevanti e di nessuna coda ad hoc ai loro sportelli. Insomma: è una fake news o il primo, vero effetto della vittoria grillina nell’immaginario collettivo popolare? Più semplicemente una notizia ingigantita. “Abbiamo verificato, non esiste alcun fenomeno di questo tipo” ha confermato a ilfattoquotidiano.it Mauro Soldini, uno dei due coordinatori dell’organismo a cui fanno riferimento tutti i centri di assistenza fiscale della penisola. Eppure del ‘caso Bari’ hanno parlato i tg ed è diventato oggetto di polemica politica. Forza Italia e il Pd, ad esempio, hanno attaccato il M5s, accusato di giocare sulla pelle dei cittadini, specie di quelli del Sud che in massa hanno premiato alle urne i pentastellati magari – è il retropensiero dell’attacco post-elettorale – in cambio dell’agevolazione. E pazienza se chi ha diffuso la notizia la abbia ridimensionata poche ore dopo.
CHI SONO COLORO CHE HANNO DIFFUSO LA NOTIZIA: IL RENZIANO E IL NOSTALGICO DEL SI’ AL REFERENDUM – È il caso del sindaco di Giovinazzo e dei vertici di Porta Futuro, il centro di orientamento al lavoro della città metropolitana di Bari. Il responsabile di Porta Futuro, tra l’altro, è Franco Lacarra, un nome assai noto nel capoluogo pugliese. Dirigente del comune governato dal sindaco (renziano) Antonio Decaro, Franco Lacarra è soprattutto il responsabile per i settori welfare, lavoro e politiche della salute per il Pd Terra di Bari. È quanto si legge sul sito del circolo, dove invece non può essere scritto che Franco è anche fratello di Marco Lacarra, segretario regionale del Pd nonché appena eletto deputato (in quota Renzi). Lo stesso Marco Lacarra a fine febbraio è stato al centro di una polemica creata da 5 Stelle pugliesi, che lo hanno accusato di aver affidato illegittimamente un incarico regionale da 19mila euro a un suo parente. Di chi si tratta? Del fratello Franco, di cui è davvero impossibile nascondere il credo politico. Discorso simile per Toto Barone, sindacalista palermitano nonché delegato cittadino della Lnd–Figc. Ha affisso all’ingresso del suo patronato un cartello in cui si legge (anche in arabo): “Qui non si fanno pratiche per il reddito di cittadinanza”. Successivamente si è lamentato al telefono con le agenzie di stampa: “Ecco cosa siamo costretti a scrivere oggi grazie ai Cinque Stelle”. Sul sito personale dell’esponente di Asia (Alternativa sindacale autonoma), tuttavia, è impossibile non notare un particolare: è ben visibile (eufemismo) il logo per il Sì al referendum costituzionale di dicembre 2016.
LA SITUAZIONE IN PUGLIA: LE CODE DI GIOVINAZZO E QUELLE DI BARI – Al netto dei protagonisti della vicenda (e dei loro curriculum), è importante spiegare per filo e per segno come abbia fatto una piccola notizia locale a diventare una breaking news nazionale, nonché un caso politico. Tutto è partito, come detto, da un articolo de la Gazzetta del Mezzogiorno. Il quotidiano barese ha parlato di code ai Caf e al Comune di Giovinazzo e di situazioni simili in altri comuni di Puglia e finanche nel capoluogo. Qui è riportato il caso Porta Futuro. Le agenzie di stampa hanno ripreso la notizia, i dorsi locali dei siti nazionali hanno fatto la stessa cosa e la notizia è diventata – senza verifica alcuna – un caso nazionale. A questo punto, però, sono partite le smentite o, quantomeno, i ridimensionamenti. Prima, però, i protagonisti avevano già detto la loro.
IL SINDACO DI GIOVINAZZO: “DA LUNEDI’ MOLTE RICHIESTE E CODE AI CAF” – Franco Lacarra e Tommaso Depalma, rispettivamente responsabile di Porta Futuro e sindaco di Giovinazzo. “Sono una cinquantina le persone che tra ieri e oggi hanno chiesto i moduli per ottenere il reddito di cittadinanza, si tratta soprattutto di giovani” ha raccontato Lacarra. “Ovviamente – ha aggiunto – non si tratta di folle oceaniche, ma comunque è certo che molta gente è alla ricerca dei moduli per ottenere il reddito di cittadinanza e ci chiede informazioni. Naturalmente anche i Caf potranno dare una descrizione su quello che sta accadendo”. Nella fattispecie, secondo la ricostruzione fornita da Giovanni Mezzina, responsabile dei servizi di orientamento di Porta Futuro Bari, si tratta di persone d’età compresa fra i 30 e i 45 anni: “A chi si è affacciato chiedendo se fossero già disponibili i moduli per richiedere il reddito di cittadinanza, abbiamo dato una risposta tecnica, dicendo che non c’è al momento nessun provvedimento che codifica questo strumento”. Giornalmente Porta Futuro, che fornisce per conto del Comune di Bari servizi di orientamento al lavoro, assistenza per la compilazione di curricula, corsi di formazione, gestisce un’utenza di 40-50 persone. “In queste giornate abbiamo verificato una presenza maggiore di persone, soprattutto giovani – ha continuato Mezzina – che chiedevano i moduli per il reddito di cittadinanza“.
Il sindaco di Giovinazzo Tommaso Depalma (eletto con una lista civica) ha invece parlato di file davanti ai Caf della città (ma la consulta nazionale smentisce). “Ha vinto il M5S, ora dateci i moduli” avrebbero chiesto i pugliesi in fila stando a quanto detto dall’amministratore comunale. “A noi sindaci piacerebbe poter comunicare ai cittadini che il problema della disoccupazione è risolto e che per tutti quelli che non hanno lavoro c’è un reddito di cittadinanza – ha detto il primo cittadino di Giovinazzo – ma credo che i cittadini siano stati ammaliati da spot elettorali“. “Già da lunedì – ha spiegato – dietro la porta dell’assessore ai Servizi Sociali di Giovinazzo Michele Sollecito c’erano persone in fila per chiedere spiegazioni sul Reddito di Cittadinanza promesso dal M5s in caso di vittoria. La vittoria c’è stata, netta e inconfutabile, ma per il Reddito di Cittadinanza la vedo dura“.
POI SI CORREGGE: “NON SIAMO CITTA’ DI DISPERATI, 4 O 5 CASI LUNEDI'” – Dopo che la notizia ha iniziato a circolare sulle testate nazionali e sul web, il primo cittadino del comune in provincia di Bari ha modificato la sua versione dei fatti al telefono con l’Adnkronos: “Vorrei innanzi tutto chiarire che Giovinazzo non è una città di disperati. Non vorrei che passasse questa idea. Sono venute 4 o 5 persone lunedì ai Servizi sociali, non ho idea di quanti possano essere andati al Caf” ha detto Tommaso De Palma. Che poi ha aggiunto: “Io immagino che sia avvenuto perché abbiamo sperimentato altre iniziative, sia quelle comunali con i Buoni Lavoro che regionali con il Reddito di dignità ed eventualmente con il Reddito di inclusione (la misura del governo Gentiloni ndr). Avendo avuto un buon riscontro – ha continuato – forse qualcuno ha immaginato che anche questa storia del reddito di cittadinanza fosse, tutto sommato, abbastanza veloce e altrettanto efficace. Rifuggo dall’idea di dire che stavano tutti pronti lì a venire a chiedere il supporto economico. Mi fa piacere – ha sottolineato De Palma – che già ieri l’onorevole Di Maio ha cominciato a dire che forse questa misura avrà bisogno di anni per essere messa in campo, già mi sembra un altro ragionare. Perché a soffiare sulla disperazione della gente non ci vuole nulla – ha accusato – ma dopo il problema è che gli unici pompieri rimangono i sindaci e i Comuni, cioè l’avamposto”.
Anche l’assessore comunale ai servizi sociali ha ridimensionato la notizia per come l’ha riportata in un primo momento il sindaco. “Non c’è nessuna nuova frenesia per il reddito di cittadinanza proposto dai 5Stelle, ma curiosità sì – ha commentato Michele Sollecito – E ieri e l’altro ieri la domanda dei richiedenti verteva sull’ipotetico futuro Reddito di Cittadinanza proposto dal Movimento. Ma nessun pugno sul tavolo o nessuna rivendicazione animata. Perché Giovinazzo non è una città di indolenti parassiti”.
LA SMENTITA DELLA CONSULTA NAZIONALE DEI CAF – La ricostruzione, tuttavia, non è stata confermata dalla Consulta nazionale dei Caf. Entrambi i coordinatori, infatti, hanno fornito una versione molto diversa. Per Massimo Bagnoli le richieste sono un “fatto isolato”: “Non ci risulta – ha spiegato – un fenomeno diffuso di richieste di reddito di cittadinanza ma questa notizia ci dice che i Caf sono un presidio per i cittadini. C’è stato invece un forte incremento delle richieste di Isee (l’indicatore della situazione economica) per ottenere il reddito di inclusione. A gennaio – dice – l’aumento è stato del 30%”. Sulla stessa linea Mauro Soldini: “Code? Evidentemente sono quelle per le richieste di Isee. Abbiamo verificato, non c’è nessun fenomeno: ci risulta solo un caso isolato in provincia di Bari, ma si parla davvero di poche persone“.
DA BARI A POTENZA: “VENTI RICHIESTE DA LUNEDI’ A OGGI” – Da Bari a Potenza situazione simile, almeno nelle ricostruzioni fornite alle agenzie. Nel capoluogo lucano, ad esempio, una ventina di persone si è recata allo sportello locale del Csp (Camera sindacale) della Uil. “Confermo che anche in Basilicata stiamo ricevendo queste richieste presso i nostri uffici – ha detto all’AdnKronos Antonio Deoregi, della segreteria regionale Uil – da parte di cittadini che chiedono come funziona il reddito di cittadinanza. Capisco la loro aspettativa – ha aggiunto – ma stiamo spiegando che questa misura non è ancora attiva e non sappiamo se si verificherà. Se dovesse avvenire, tanto meglio”. A Potenza tale aumento di utenza si era già registrato per la verifica dell’Isee ai fini del Reddito di Inclusione del Governo ma in quel caso (inizio dicembre scorso) si trattava di una misura diventata operativa. “Tra i richiedenti – ha detto Deoregi – ci sono anche persone che già beneficiano del Reddito di inclusione. Ci sono anche beneficiari del reddito minimo di inserimento regionale che chiedono se è possibile passare al reddito di cittadinanza visto che le somme sono superiori”.
IL CARTELLO SULLA PORTA DEL CAF A PALERMO: “QUI NO PRATICHE REDDITO CITTADINANZA” – Per evitare code e fenomeni del genere, a Palermo hanno deciso di mettere le cose in chiaro. Come? Nero su bianco, su un cartello affisso sulla porta d’ingresso del patronato Enasc dopo l’ennesima richiesta per il reddito di cittadinanza arrivata. “In questo Caf non si fanno pratiche per il reddito di cittadinanza” è scritto, anche in lingua araba. “Ecco cosa siamo costretti a scrivere oggi grazie ai Cinque Stelle”, lamenta Toto Barone, sindacalista di Asia, Alternativa sindacale autonoma, che sul suo sito personale pubblica ancora il logo per il Sì al referendum costituzionale di dicembre 2016.
A NAPOLI E IN CAMPANIA NESSUNA RICHIESTA – Non si sta replicando nei Caf di Napoli e in Campania il fenomeno della richiesta dei moduli per il reddito di cittadinanza, registrato nelle stesse strutture della Puglia, della Basilicata e, in parte, della Sicilia all’indomani dell’affermazione del MS5. “I nostri sportelli – ha sottolineato il coordinatore dei Caf della Cgil partenopea, Raffaele Famiglietti – non registrano ancora questa richiesta. Siamo al lavoro soprattutto per fronteggiare la forte domanda relativa al Rei e siamo in convenzione con il Comune di Napoli per aiutare le persone che inoltrano richiesta con la produzione e l’elaborazione dei modelli Isee“. Anche nelle altre province della Campania analoga situazione, con gli sportelli impegnati soprattutto sul fronte del reddito di inclusione.
PD E FORZA ITALIA CI CREDONO: “IL GRANDE INGANNO DEI M5S È SERVITO” – “Il grande inganno del reddito di cittadinanza è servito. I 5Stelle hanno ottenuto consensi al Sud perché hanno illuso i cittadini propagandando una misura di assistenza che è un grande bluff“. Parola del senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, che ha subito attaccato i 5 Stelle dopo aver letto la notizia in rete: “Ecco chi sono i grillini – ha aggiunto – Degli irresponsabili che stanno giocando con la disperazione soprattutto di tanti giovani che hanno bisogno di lavorare, non di starsene a casa aspettando uno stipendio che non avranno mai. Di Maio dovrebbe vergognarsi per aver alimentato aspettative irrealizzabili e per aver puntato a mortificare il Mezzogiorno con misure assistenziali che lo ridurrebbero alla paralisi – ha aggiunto, spiegando Altro che sviluppo. Altro che lavoro. Altro che futuro. E chi aspetta il reddito di cittadinanza apra gli occhi. I 5Stelle sono un bluff e il reddito di cittadinanza non ci sarà mai”. Anche il Pd ha strumentalizzato la notizia. “Le file per il reddito di cittadinanza in Puglia, Basilicata, a Palermo sono la conferma più inquietante della potenza delle fake news: sfruttando il disagio delle persone, qualcuno le ha convinte che se avesse vinto M5s il giorno dopo avrebbero ricevuto un assegno allo sportello” ha scritto su Twitter Michele Anzaldi. Sulla stessa linea il deputato dem Davide Ermini.
M5S PUGLIA: È UNA BUFALA” – In serata è arrivata la smentita del Movimento 5 Stelle Puglia, che ha spiegato cosa effettivamente è accaduto. “Da questa mattina politici e giornali hanno lanciato una nuova bufala: fiumi di persone avrebbero preso d’assalto alcuni Caf e centri per l’impiego per richiedere il reddito di cittadinanza – hanno scritto – Dopo aver girato alcuni Caf senza scorgere neanche lontani tentativi di assalti abbiamo deciso di recarci direttamente a Porta futuro (Job Centre promosso dal Comune di Bari, ndr). Ingresso vuoto. Corridoi vuoti. Dell’assalto e delle file interminabili mattutine, neanche un superstite“. All’ingresso alcuni addetti hanno subito spiegato che “in realtà non hanno visto quasi nessuno” e che “questa notizia ha lasciato di stucco anche noi”.