L'ex leader dell'Italia dei Valori aveva incassato l'appoggio del centrosinistra. Compreso quello di Liberi e Uguali e di liste regionali. Ma a due settimane dalla scadenza delle liste, dopo il tracollo dei voti per il Pd del 4 marzo, arriva il passo indietro. Non sarà l'ex pm a salvare la situazione
Antonio Di Pietro non torna in politica. L’ex leader dell’Italia dei Valori ha declinato l’invito a candidarsi governatore del Molise, la sua regione d’origine, col sostegno della coalizione di centrosinistra che la notte aveva trovato l’accordo, dopo il passo indietro di Paolo Frattura, presidente uscente. In mattinata l’ex ministro di Romano Prodi aveva incassato l’appoggio anche di Liberi e Uguali e di liste regionali che volevano presentare candidature autonome in contrapposizione a quella del governatore in carica.
Ma l’ ex ministro ulivista di Romano Prodi ha rifiutato: “No grazie – ha risposto Di Pietro a una domanda della trasmissione “Moby Dick” su Telemolise – sono arrivato da poco (a Montenero di Bisaccia, suo paese natale, ndr ) per potare l’ olivo e devo sistemare la campagna”. Di Pietro, del resto, negli ultimi mesi aveva tentato di presentarsi alle Politiche, ricevendo però la bocciatura di Matteo Renzi: “Non mi ha voluto perché dice che sono giustizialista”, aveva commentato a caldo l’ ex magistrato.
Restano come sassi gli alleati che avevano pensato di aver archiviato la pratica con un candidato di sicuro impatto che garantisse discontinuità e fosse al tempo stesso figura di sintesi per una ritrovata intesa della coalizione dopo i numerosi dissapori dei mesi scorsi, che avevano determinato anche clamorosi abbandoni. Il governatore uscente Frattura si era fatto da parte, seguito subito da Roberto Ruta (di Liberi e uguali), che era stato individuato come il nuovo candidato e che aveva da poco annunciato di aver accettato la sfida.
Sembrava anche il nome giusto per risollevare i numeri del Pd crollati alle Politiche di domenica scorsa, con risultati deludenti: poco più del 15% il risultato del Pd molisano a fronte di oltre il 44 per cento del Movimento 5 Stelle. Tutto inutile. E ora, dopo il gran rifiuto, per quadri e dirigenti molisani si profila un compito difficile: individuare un nuovo candidato. Tra due settimane, infatti, dovranno essere presentate le liste.