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Volkswagen, addio Maggiolino: l’auto del ‘think small’ va in pensione

“Due o tre generazioni sono sufficienti adesso ed era stato fatto pensando al passato ma che non è più possibile fare un Nuovo Nuovo Nuovo Maggiolino”, ha detto Frank Welsch membro del board di Volkswagen al salone di Ginevra

di Claudia Rossi

2018, mondo. La Volkswagen annuncia che non produrrà più il nuovo Maggiolino. Quindi, niente più Maggiolino.

1938, Germania. La Volkswagen inizia a produrre la Typ 1, meglio conosciuta in Italia come Maggiolino se in versione Typ 1/113 M15, o Maggiolone se in versione Typ 1/1302 e 1303.

In mezzo, un pezzo di storia dell’automobile, e del costume. Con ottime annate. Il 1959, per esempio. La Volkswagen si prepara a rilanciare il Maggiolino sul mercato statunitense. Dwight David Eisenhower, detto Ike, ha ancora un anno di presidenza di fronte. Dopo di lui, John Fitzgerald Kennedy, detto JFK. Nel maggio di quall’anno, il 1959, Fidel Castro conquista il potere a Cuba. E sempre nel maggio di quell’anno, in Texas fa già un caldo estivo, polveroso, di quelli che non si può stare per strada. A meno di non essere a bordo di un’auto, finestrini aperti, Don’t Ask Me Why alla radio, l’espressione soddisfatta di chi sta guidando una vettura grande, imponente, perché così vuole il costume e perché gli americani sono pazzi delle muscle car. Macchine muscolose, che se non fosse un nome vero sembrerebbe quel romanzo di Stephen King dove un’automobile si anima e diventa un’assassina sanguinaria.

È in questo scenario di bottiglie di Coca Cola bevute come pozioni magiche, tailleur taglio Chanel e automobili molto grandi che Bill Bernbach, il pubblicitario più grande di tutti o giù di lì, si ritrova a dover rilanciare il Maggiolino Volkswagen. Uno se lo immagina, Bill, seduto su una poltrona di pelle rossastra nei suoi uffici di New York, alle prese con un’utilitaria dalle forme tondeggianti. Un’auto marziana, mica facile da far piacere a chi vede nello sfoggio del grande e grosso uno status da sbandierare con fierezza. Certo, Bill, camicia chiara e cravatta sottile, è uno che sa il fatto suo e la campagna per il rilancio del Maggiolino funziona al punto tale che, da lì, il Maggiolino non lo ferma più nessuno.

L’annuncio più famoso se lo ricordano tutti. Piccolo, piccolo, ancora più “piccolo” di quanto fosse in realtà, posizionato in alto sulla destra di un grande manifesto fondo nero. “Think small“. “Pensa in piccolo”. Che vuol dire centomila cose: piccolo è bello, anzi “cool”, e poi risparmi sui consumi e puoi sistemare la macchina in parcheggi improbabili, vuoi mettere il tempo risparmiato per andare al luna park? La campagna è bellissima, in questa e nelle altre varianti: quella dei due contadini ritratti di fronte al Maggiolino, con quel pay off lì – “era la sola cosa che potevamo fare dopo la morte del mulo” – è un notevole capolavoro che parla di affidabilità, comodità, innovazione. Roba da citarla in eterno, una campagna del genere. Oppure da puntata di Mad Men.

È storia della pubblicità. E del Maggiolino. Un’automobile del 1938, diventata il simbolo della rinascita industriale tedesca nel dopoguerra e poi amata dai consumatori di tutto il mondo. Un’automobile scolpita nell’immaginario di diverse generazioni, che è sopravvissuta fino a oggi nonostante le nuove e non fortunatissime edizioni (il New Beetle entrato in produzione nel 1998 il nuovo Maggiolino, nel 2011). L’abbiamo vista comparire, goffa eppure bella come una donna di campagna che s’abitua stare in città e anzi se ne innamora, in film come Il Posto delle Fragole, Il dormiglione, Shining (che prima scena indimenticabile) e, va da sé, nella serie Disney del Maggiolino tutto matto. E l’abbiamo vista fare la star in videoclip, serie tv, pubblicità e fumetti, con Dylan Dog che ne guida una cabriolet bianca, ricevuta come pagamento del primo caso risolto.

Ora, la Volkswagen annuncia che il Nuovo Maggiolino non sarà più in produzione. Il motivo?  “Due o tre generazioni sono sufficienti adesso ed era stato fatto pensando al passato ma che non è più possibile fare un Nuovo Nuovo Nuovo Maggiolino”. Lo ha detto Frank Welsch membro del board di Volkswagen al salone di Ginevra e probabilmente non ha tutti torti. Attualmente fabbricato nell’impianto di Puebla in Messico, le risorse impiegate per produrre il Maggiolino saranno dedicate al minibus elettrico  (il Type 2 Transporter) che dal 2021-22 andrà ad arricchire la gamma dei modelli elettrici Volkswagen. Un (altro) modello ispirato al passato.

 

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