Si sente spesso parlare di centrifughe ed estratti. In effetti, integrare le proprie abitudini alimentari con succhi freschi di verdura e frutta può costituire una sana abitudine per diverse ragioni. Primo, perché in questo modo si può raggiungere più facilmente la quota consigliata dal piatto di Harvard, secondo perché non cuocendo, frutta e verdura preservano le loro qualità nutrizionali. Ma c’è un terzo motivo, meno noto.
Bere succhi, infatti, non è l’equivalente di consumare frutta e verdura fresca. Separando gli elementi minerali e l’acqua distillata dalle fibre, infatti, si semplifica notevolmente la digestione, che invece di andare avanti per ore, si risolve in pochi minuti. I processi digestivi, infatti, servono proprio a separare gli elementi minerali dalle fibre, lavoro che in questo caso viene svolto dall’estrattore (o dalla centrifuga).
Nelle fibre non c’è nutrimento benché esse servano per finalità estremamente utili e rappresentino per l’organismo una necessità. Le fibre agiscono nell’intestino come una scopa. Dopo aver viaggiato attraverso lo stomaco, il duodeno e oltre sette metri e mezzo di intestino tenue, queste raggiungono il colon sotto forma di particelle microscopiche di cellulosa. Il colon tratta la cellulosa come fibra e la utilizza come tale. Senza fibre, il colon (e l’intero corpo) non riuscirebbero a mantenersi in condizioni di salute.
E questo spiega perché i succhi non devono essere considerati un sostituto del pasto, bensì una sua integrazione. Un bicchiere di estratto (o centrifugato) viene digerito e assimilato in 10-15 minuti e serve quasi esclusivamente per il nutrimento e la rigenerazione delle cellule di tessuti, ghiandole e organi del corpo. Il tutto con il minimo sforzo da parte del sistema digestivo. In particolare, i succhi di frutta hanno una funzione detergente e per essere più efficace non dove essere consumata durante il pasto soprattutto se si consumano amidi e zuccheri raffinati. I succhi di verdura, invece, hanno un’azione ricostruttiva e rigeneratrice del corpo. Grazie alla presenza di aminoacidi, minerali, sali, enzimi e vitamine.
Un’ultima considerazione: è preferibile utilizzare più verdura che frutta, così da non avere una bevanda troppo ricca di zuccheri.
Il mio consiglio è quello di avere come base un quarto (o mezzo) cavolfiore o cavolo cappuccio, cui aggiungere un’altra verdura e un frutto di stagione a scelta.