Di Maio cita il presidente della Cei e Alcide De Gasperi, ma dice di voler “far nascere il primo governo della Terza Repubblica, la Repubblica dei cittadini“. Salvini giura che farà “di tutto quello che è umanamente possibile per rispettare il mandato che gli italiani ci hanno dato”. Continua la sfida a distanza tra i due leader che hanno vinto le elezioni, senza passi di avvicinamento di nessuno verso nessuno, tantomeno del Pd che anche oggi ribadisce – col ministro uscente Claudio De Vincenti, eletto in Parlamento – che neanche l’elezione dei presidenti delle Camere avrà alcun significato nella formazione di una maggioranza di governo. Una partita a scacchi verbale per accreditarsi anche in pubblico come “disponibili al dialogo“, cioè il requisito principale richiesto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella per affrontare l’impasse uscita dal risultato delle elezioni. 

“Governo al servizio della gente”
Luigi Di Maio
, capo politico e candidato presidente dei Cinquestelle, insiste e lancia un nuovo appello alle altre forze politiche per un confronto che produca una collaborazione in Parlamento e la formazione di un esecutivo. Riprendendo le parole del presidente dei vescovi italiani, Gualtiero Bassetti, che ieri aveva chiesto “un governo al servizio della gente”, Di Maio scrive sul Blog delle Stelle che “faremo tutto il possibile per rispettare il mandato che ci hanno affidato. Mi auguro che tutte le forze politiche abbiano coscienza delle aspettative degli italiani: abbiamo bisogno di un governo al servizio della gente”. “Non abbiamo a cuore le poltrone – sottolinea – ma che venga fatto ciò che i cittadini attendono da 30 anni”.

“Occasione da non perdere, i cittadini ci guardano”
Di Maio, poi, ricorda le parole del leader democristiano De Gasperi che diceva “Politica vuol dire realizzare“. “E’ a questo – dice Di Maio – che tutte le forze politiche sono state chiamate dai cittadini con il voto del 4 marzo. Più precisamente a realizzare quello che anche nella dottrina sociale della Chiesa viene chiamato ‘bene comunè, che è ciò che noi in tutta la campagna elettorale abbiamo indicato come ‘interesse dei cittadini‘”. Quindi il leader del M5s ribadisce la linea: “In tutta la campagna elettorale e subito dopo il voto ho detto che noi siamo disponibili al confronto con tutti per far nascere il primo governo della Terza Repubblica, la Repubblica dei cittadini. Questa occasione non può essere persa. I cittadini ci guardano e pretendono il massimo dalle persone che hanno eletto in Parlamento”.

“Eliminazione della povertà e manovra fiscale shock”
E ripete le linee-guida del programma: “Abbiamo messo al primo posto la qualità della vita dei cittadini che vuol dire eliminazione della povertà (con la misura del reddito di cittadinanza che è presente in tutta Europa tranne che in Italia e in Grecia), una manovra fiscale shock per creare lavoro, perché le tasse alle imprese sono le più alte del continente, e finalmente un welfare alle famiglie ricalcando il modello applicato dalla Francia, che non a caso è la nazione europea dove si fanno più figli, per far ripartire la crescita demografica del nostro Paese. La nostra attenzione sarà massima anche su altri fronti come quello della lotta alla corruzione, dell’eliminazione della burocrazia inutile con 400 leggi da abolire, del rispetto dell’ambiente“.

“No a passi di lato e altre ipotesi astruse”
Dall’altra parte c’è Matteo Salvini che, dalla scuola politica di partito della Lega, assicura che vuole fare tutto ciò che è possibile per fare il presidente del Consiglio, “ma senza scendere a patti e rinnegare la nostra Bibbia che è il programma”. Anzi, di più: senza “ipotesi astruse di governissimi, di governini, di passi di lato. C’è un programma scelto dagli italiani”. In una frase, insomma, il leader del Carroccio spazza via tutti gli scenari emersi sui giornali in questi giorni, come quella di un diverso presidente incaricato per il centrodestra che potesse intercettare almeno un pezzo dei parlamentari eletti col centrosinistra e più precisamente del Pd. Salvini torna anche sull’elezione dei presidenti delle Camere ripetendo che “fare il contrario di quello che gli italiani hanno scelto la settimana scorsa sarebbe una follia: ci sono due forze politiche che hanno vinto le elezioni, non è difficile capire con chi si ragionerà”.

La sfida diventa con Di Maio diventa chiara quando Salvini dice che per formare il prossimo governo “si parte dalla coalizione di centrodestra, che è quella che ha preso più voti e da un programma che si può ampliare”. “Mi interessa – aggiunge – trovare una maggioranza di governo che mi aiuti a cancellare la legge Fornero, a diminuire le tasse e ad arginare una immigrazione senza controllo. Stiamo approntando un programma da offrire a tutti i parlamentari su questi punti”.  

“Nel primo cdm via le accise sulla benzina”
Quanto ai temi Salvini risponde, come d’altra parte di Di Maio, ancora con i toni della campagna elettorale: “Se ci sono vincoli e norme europee che riusciamo a rispettare li rispettiamo. Altrimenti per me quei vincoli per me valgono meno di zero. Prima vengono gli italiani“. Oltre lo slogan: “Al primo consiglio dei ministri, se ne avremo l’occasione, punteremo a cancellare le sette accise sulle benzina perché, pare, che la guerra con l’Etiopia sia finita”.

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