Siamo ormai a parecchi giorni dal 4 marzo, ma ancora in quel di Castelnuovo di Porto, non lontano da Roma, si continuano a scrutinare e controllare voti e schede. Nella circoscrizione Europa, che è quella che elegge il maggior numero di parlamentari (cinque deputati e due senatori), ufficialmente sono chiusi 907 seggi su 989. Per tutto il mondo, i seggi ancora aperti sono una sessantina. Il dato che ancora non conosciamo, ma che tutti gli analisti di quel mondo degli italiani all’estero attendono, è quello delle schede e non valide e contestate in Germania, Svizzera, Regno Unito.

Questo, supponiamo, sarà il motivo per cui si tarda tanto ad avere i risultati. Intanto però alcuni mutamenti significativi balzano agli occhi. Sono premiati i giovani e le donne, almeno nella circoscrizione Europa. Emerge una nuova generazione di “cervelli in fuga” che sganciata dal pianeta della vecchia emigrazione organizzata riesce a conquistare gli scranni di Montecitorio. Lo spostamento del baricentro dalla Svizzera a Londra ha determinato questo effetto. Infatti gli eletti più suffragati del Pd e del M5S provengono da Londra.

Massimo Ungaro capolista del Pd viene eletto a Londra e lavora nel settore finanziario, Angela Schirò (eletta in Germania) anche lei giovane, e due candidate vincono la partita delle preferenze nella lista di Grillo: Elisa Siragusa M5S (eletta) ed Elena Ghizzo M5S (prima dei non eletti). Tutte e due come Ungaro vivono a Londra. Non era mai accaduto. I deputati provenivano sempre dalla Svizzera (con oltre 480 mila elettori alla Camera) o dalla Germania (con oltre 600mila elettori alla Camera). Cosa è successo?

Semplice. In primo luogo, è finito il tempo del voto organizzato, fino a ieri appannaggio delle organizzazioni storiche dell’emigrazione, e soprattutto dopo le inchieste de Le Iene sui brogli, il quadro complessivo, almeno nella circoscrizione Europa si è modificato. La lettura dei flussi legati alle preferenze chiarisce tutti gli aspetti, se si confrontano i dati odierni a quelli storici. Le inchieste de Le Iene avevano preso di mira Mario Caruso, Aldo Di Biagio e Antonio Razzi.

Forza Italia ha eliminato l’ex senatore tanto amato da Maurizio Crozza non ricandidandolo ed ha fatto eleggere il leghista fiorentino Simone Billi (13.705 preferenze), giovane erede del patrimonio di consensi del suo conterraneo Guglielmo Picchi. Su Caruso e Di Biagio montiani nella passata legislatura colpisce la completa sparizione delle preferenze personali. Il primo, Caruso, era capolista quest’anno con Noi con L’Italia ed ha preso 2.156 preferenze, nel 2013 ne aveva prese 12.576 di cui più di settemila in Germania. Preferenze vuol dire che 12mila persone avevano scritto il suo nome sulle schede, come è possibile perderne tante in così breve tempo? Effetto Iene? Ma se per Caruso c’è una emorragia di diecimila preferenze, che dire di quelle smarrite da Aldo Di Biagio? Candidato nella lista Lorenzin collegata al Pd l’ex senatore prende 1.800 dignitosi voti di preferenza.

Nel 2013 ne prese 43.178 nella lista Monti nella quale fu eletto al Senato. Pensateci, più di 40mila persone che avevano scritto Di Biagio su una scheda con un simbolo tanto sconosciuto all’epoca come quello di oggi, lo hanno repentinamente abbandonato e non si sa dove siano finite. Se si guardano i flussi delle preferenze anche negli altri partiti i conti non tornano, perché anche gli altri partiti perdono preferenze. Nel Pd Gianni Farina che veniva eletto con 22.079 voti di preferenza oggi ne prende solo 6.024 senza venire eletto. Solo Laura Garavini ne perde solo tremila perché ne aveva 37.813 nel 2013, 34.946 oggi al Senato dove viene eletta sempre con il Pd. Insomma questa sparizione delle preferenze andrà analizzata, perché in costanza delle percentuali di votanti, questi flussi sono anomali, o lo erano quelli delle precedenti elezioni. E alla luce di ciò che hanno svelato Filippo Roma e Marco Occhipinti nelle loro inchieste sul voto all’estero, andrebbero approfonditi, perché chiariscono molti dubbi ed interrogano tutti noi sulla esigenza di cambiare questo metodo per corrispondenza che ha troppe falle ormai verificate in tante tornate elettorali.

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