Conclusi i test pre-stagionali di questo campionato di Formula 1 2018 ormai alle porte. Per F1Sport.it e per Pit Talk è andato a seguire i test il mio amico e collega Giuseppe Gomes che ci racconterà in questo post le sue impressioni e le sue previsioni riguardo una stagione che, per la rossa dovrebbe essere di riscossa ma che preannuncia una Mercedes veramente in grande forma. Vediamo perché attraverso la sua analisi.
di Giuseppe Gomes
I risultati dei test vanno presi con le pinze, ma con i giusti parametri si può già fare qualche previsione e dare qualche indicazione. Ferrari se ne va verso l’Australia con i titoli, ma Mercedes fa paura, con Red Bull competitiva. E gli altri? Ecco cos’è successo a Barcellona in questi ultimi 4 giorni di test pre-stagionali.
Un breve sonno, quello che gli appassionati dovranno passare prima dell’inizio di questo mondiale 2018 di Formula 1. L’antipasto è finito, e tra i (tanti) dubbi e le (poche) certezze, le prossime due settimane vivranno di speculazioni e pronostici. I test, in quanto tali, non sempre hanno dato sentenze, nella maggior parte dei casi importanti indicazioni. Ecco, appunto, indicazioni: è questo che cercheremo di darvi dopo aver visto dal vivo i team in azione, negli ultimi quattro giorni di test sul circuito di Montmelò.
Il dubbio principe è: la Ferrari riuscirà a confermarsi come prima forza in grado di contrastare lo strapotere della Mercedes? Le indicazioni che arrivano da Barcellona sono rassicuranti. Miglior crono per Vettel e Raikkonen nelle ultime due giornate di test, che già da soli basterebbero per creare titoli “clickbait”. Tanti giri per le due Rosse, che si sono dimostrate competitive sia sul giro secco, sia sul passo di gara. Probabilmente guardando la concorrenza, in primis Red Bull, potremmo dire di essere di fronte ad una SF71-H molto competitiva, e che parte per l’Australia con un carico di ottimi propositi. Ma la Red Bull non è l’unica ad essersi dimostrata a livello delle vetture di Maranello, perché sono le grigie Mercedes quelle che fanno tremare di più.
Un programma spalmato in otto giornate di test, nelle quali Bottas e Hamilton si sono alternati al volante della ancora più affilata W09, degna erede della campionessa del mondo dello scorso anno. È vero, Mercedes non ha conquistato le prime pagine per il record del tracciato (fatto segnare da Vettel in 1.17.182 sulle gomme più morbide prodotte da Pirelli, le Hypersoft), ma quello che ha colpito i giornalisti della sala stampa è stato il programma meticoloso e martellante che sia Bottas sia Hamilton hanno compiuto in questi pochi giorni di test. Eppure, cari tifosi della Rossa, nulla è perduto. La SF71-H è una vettura che ha mostrato del potenziale, ed è opinione diffusa i tecnici e piloti non abbiano ancora trovato il giusto assetto per valorizzare la nuova arma di Maranello, che è cambiata tanto rispetto allo scorso anno (e non mi sto riferendo al passo, come abbiamo detto spesso a Pit Talk) osando e rischiano in determinate aree.
Ecco, questo è certamente un elemento che può dare ottimismo in casa Ferrari. Dopo anni, la Rossa è tornata a portare in pista soluzioni che gli avversari hanno preso come spunto (uno su tutti Newey, con alcuni particolari della sua RB14 ripresi dalla Ferrari) per le loro macchine. Un mondiale che a differenza dello scorso, non parte con gli stessi favori per Ferrari, ma questo non deve portare a “sconforto” o “depressione”. Lo abbiamo visto la scorsa stagione, con una Mercedes partita in difficoltà ma che poi, anche in parte grazie a un harakiri Ferrari, ha portato a casa il quarto mondiale consecutivo. Ci attende un lungo mondiale, con una serrata lotta in testa, e questo, per la Formula 1, può solo che essere un punto a favore.
Dulcis in fundo la McLaren, non a caso lasciata in chiusura. Potevamo fare un titolo perfetto con il secondo crono fatto segnare da Alonso nell’ultimo giorno test, insieme alle sue dichiarazioni, nelle quali ha detto come, McLaren, abbia compiuto tutto il lavoro previsto e si senta pronto per Melbourne. Tutto nella norma direte voi, una McLaren che come da pronostico, una volta cambiata la Power Unit, è tornate in alto. Invece non è così. La McLaren cambia “cuore” ma non la sostanza. Pochi giri, guasti continui e una performance che stenta da arrivare sono un biglietto da visita che fa presagire un 2018 ai livelli delle ultime stagioni passate tra “no power” e “Gp 2 engine”, con tanto di dubbi sulla validità del telaio McLaren più che sul motore Renault. Mancano pochi giorni al grande inizio, e in ogni caso nulla è perduto. In fondo, sono solo test.