Ezio Panataro, 77 anni, aveva scoperto di avere un cancro al pancreas che gli lasciava poco da vivere. L’uomo ha così deciso di impugnare la sua pistola, regolarmente detenuta, e uccidere prima la madre di 101 anni, residente a Rivoli nella cintura Ovest di Torino, e poi rivolgerla verso se stesso. Non si tratta di un raptus, ma di un gesto premeditato, perché prima di sparare ha chiamato il 112. Quando i carabinieri sono arrivati nell’appartamento, in via Vajont 64, era troppo tardi e l’uomo aveva già fatto fuoco. Panataro aveva programmato anche i funerali, gli spostamenti bancari e le lettere per i familiari, “Mi dispiace, ma sono malato, di una malattia che a breve mi ammazzerà. Mia mamma è anziana, ormai ha compiuto 101 anni. Non posso lasciarla da sola, senza di me non saprebbe come fare“.

Il cugino, titolare della ditta di impiantistica al piano terra dello stabile in cui è avvenuta la tragedia, ha dichiarato che l’uomo “venerdì era stato al pronto soccorso, forse è lì che ha scoperto di avere il cancro”, precisando che nessuno ne sapeva nulla, “non ha detto niente. Non ha chiesto nulla a nessuno. Forse lo sconforto è stato tale da non vedere possibilità di uscita. Non solo per lui, ma anche e soprattutto per la madre”. Il direttore del dipartimento di Neuroscienze e salute mentale e psichiatria della Città della Salute di Torino, Vincenzo Villari, ha così commentato: “Si tratta di un gesto di amore estremo, paradossale, di un amore patologico. Un suicidio – aggiunge – che viene allargato, come se fosse un regalo. Chi decide di ammazzarsi in questo modo, vede nella morte la salvezza da una vita diventata intollerabile ed estende questa salvezza alle persone a lui più care”.

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