Venivano strattonati con forza dalle maestre, minacciati di non essere più presi dai genitori per portarli a casa e chiamati “brutto”, “cattivo” i piccoli alunni di una scuola dell’infanzia di Pomezia (Roma). I carabinieri hanno arrestato tre maestre, per loro il gip di Velletri ha disposto i domiciliari. Dalle immagini delle telecamere posizionate nella scuola durante le indagini sono emerse le violenze: un bimbo sarebbe stato anche tirato per i capelli; altri ancora sarebbero stati costretti a mettersi in ginocchio in un angolo della classe o a sedersi su una sedia, isolandoli dal gruppo.
Le maestre sono accusate di aver sottoposto alcuni bambini, tra i 3 ed i 5 anni, a reiterati atti di violenza fisica, morale e psicologica, umiliandoli, con vessazioni e insulti di vario genere, di fronte all’intera classe. L’indagine è nata a febbraio dalle denunce da quattro giovani mamme che avevano notato comportamenti strani e violenti dei figli che non volevano andare a scuola. I carabinieri della stazione di Pomezia hanno svolto le indagini con l’ausilio di intercettazioni ambientali e telecamere installate nella scuola.
“La notizia ha sconvolto tutta la cittadinanza. Questi arresti destano molta preoccupazione perché riguardano persone a cui tutti noi affidiamo i nostri figli quotidianamente. Quando si toccano i bambini e si vanifica il ruolo educativo e formativo delle scuole di ogni ordine e grado è una sconfitta per tutti” dice il sindaco di Pomezia, Fabio Fucci -. Ringrazio le forze dell’ordine per il loro lavoro e confido nell’operato degli inquirenti per la conclusione delle indagini al più presto”. Le maestre arrestate insegnavano da molti anni. Le tre donne hanno tra i 46 e i 61 anni. Almeno cinque i bambini vessati, anche se i comportamenti avrebbero provocato stati di ansia, di rabbia e di paura anche nei piccoli alunni non direttamente coinvolti nei maltrattamenti.
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