Se solo Davide Astori ci avesse insegnato l’arte del ricordo e il rispetto della vita, forse la sua scomparsa sarebbe un giorno anche solo minimamente metabolizzabile. Calcio giocato: c’è più bellezza nel gol di tacco di Immobile che in tutta la carriera dei Coldplay, Suso detta il Vangelo e potrebbe ispirare Mattarella
Bentornati a Ten Talking Points, l’unica rubrica reduce dal tour trionfale di Renzusconi. Altre considerazioni.
1. I tifosi, il silenzio, Antognoni che piange. Ieri, a Firenze, c’è stato uno degli abbracci più belli e toccanti di sempre. Una delle cose più vere e strazianti che ci sia mai stato concesso di vedere in uno stadio di calcio. Se solo Davide Astori ci avesse insegnato l’arte del ricordo e il rispetto della vita, forse la sua scomparsa sarebbe un giorno anche solo minimamente metabolizzabile. Forse.
1 bis. Subito dopo il minuto di silenzio per Astori, alcuni tifosi del Napoli hanno insultato quelli dell’Inter. Che hanno risposto a tono. Appunto: non impareremo mai nulla.
2. Ho la sensazione che il Napoli pagherà a caro prezzo quel gol di Under. Se la Roma non avesse pareggiato subito, e ancor più in quel modo, forse il Napoli avrebbe portato a casa quella vittoria e la trama dello scudetto sarebbe stata diversa. Invece, tra sabato e ieri, il Che Gue Sarri ha perso 5 punti su 6 sulla Juve. Tanti, forse troppi. E ieri l’attacco, contro un’Inter che nei big match dà il meglio di sé, è stato assai impreciso. Non è mai troppo tardi, a meno che tu non sia Renzi, ma si fa dura per il sempre più nervoso Commodoro Marxista.
3. La facondia della Juventus, che ieri ha passeggiato sull’Udinese come farà mercoledì sull’Atalanta, è tutta in quei tre minuti sanguinolenti col Tottenham. I folletti di Pochettino son lì che giochicchiano con sicumera giovanile, convinti che l’1-0 basterà. Poi arriva Higuain, che prima segna quasi di rapina e poi si avvita su se stesso in una piroetta gaucha, partorendo un assist tronfiamente perfetto che Dybala concretizza fischiettando. Quanta sicurezza satolla, quanta ingordigia inesausta.
3 bis. Il punto precedente mi serviva solo per dimostrarvi che ho imparato una parola nuova: “Facondia”. L’ha usata ieri Xavier Jacobelli a Sky, ero lì anch’io e gli ho chiesto se me la prestava. Lui ha detto sì.
4. C’è più bellezza nel gol di tacco di Immobile che in tutta la carriera dei Coldplay.
5. Sottotraccia e spesso contro pronostico, Di Francesco esce dalla buca – che gli stavano puntualmente scavando molti romanisti stessi – e con sei punti su sei blinda la terza piazza. Ora però serve l’impresa in Champions League. Si può fare, come disse Bersani nel 2013. Daje.
6. Onusto di Gloria & Luce, Suso prese la palla al 94esimo, la diede ai suoi discepoli e disse: “In verità vi dico, è tempo di segnare. Altrimenti l’arbitro fischia la fine e poi son cazzi”. Così Egli, nato per Creare, ebbe a partorire prima la solita finta e poi il solito cross uncinato. Ne nacque un arabesco iridescente. Egli poi aggiunse: “In verità vi dico, adesso ridesterò il Lusitano con la mia Luce”. Il Lusitano capì, si involò in cielo con la capoccia. E rese grazia agli Dei. Sia dunque Lode.
6 bis. Anche la parola “onusto” mi fa impazzire. L’ho sentita venerdì a Tempo di Libri, l’ha detta Paolo Mieli e c’ero anch’io. Gli ho chiesto se me la prestava. Mieli ha detto no. Ma io l’ho presa lo stesso.
6 ter. Se fossi Mattarella, indosserei gli occhiali da Suso e gli darei l’incarico di governo. Avrebbe la maggioranza assoluta, a Camera e Senato, anche solo palleggiando.
7. C’è una strana mescola di grinta, cuore, intelligenza, culo e simpatia nel miracolo (per ora) di Gattuso. Diciannove punti su 21: pazzesco. Dopo il gol al 178’ del portiere del Benevento, la sua carriera da allenatore del Milan pareva già al capolinea. Io per primo non ci avrei scommesso un euro: ho sbagliato e chiedo scusa. Gattuso ha blindato la difesa e rivitalizzato quasi tutta la squadra (il quasi è Kalinic). Indovina quasi sempre i cambi, sa mutare schema in corso. E nelle interviste è meravigliosamente genuino. Grazie una volta di più, Ringhio.
8. Crotone a valanga. Al Verona il derby. L’Atalanta non molla, la Samp forse sì. Pareggio diversamente avvincente tra Sassuolo e Spal. Il Cagliari smarrisce al fotofinish due punti d’oro. Mazzarri già piange un po’. E Gozi vince la Liga giocando in ciabatte contro il Barça al Nou Camp.
9. Durante l’intervallo di Inter-Napoli ho messo un attimo su RaiUno. C’era J-Ax che duettava con Al Bano. E Fazio gli faceva pure i complimenti (strano, per un tipo solitamente critico come lui). Mancava solo Nardella in mutande che li accompagnasse usando gli zebedei come maracas.
10. Quest’anno Candreva è il giocatore di serie A che ha tirato di più e segnato di meno. Praticamente ci prova sempre e non ci riesce mai. Praticamente Candreva è Civati.