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Gaza, attentato al premier palestinese Hamdallah. L’Anp incolpa Hamas, che nega e condanna l’attacco

Illeso il capo del governo ma ci sono sette feriti. L'organizzazione considerata dalla Ue un gruppo terroristico sostiene che l'ordigno fa parte "dei tentativi di destabilizzare la sicurezza nella Striscia, così come di minare gli sforzi in corso per raggiungere l’unità nazionale e la riconciliazione interna"

E’ fallito un attentato avvenuto martedì mattina a Gaza contro il convoglio del premier palestinese Rami Hamdallah, che tornava dopo cinque mesi nella Striscia per tentare di rilanciare la riconciliazione con Hamas, e il capo della sicurezza Majed Freij. L’ordigno posto ai margini della strada di ingresso alla città ha però ferito in modo grave sette passanti. La presidenza dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) ha accusato Hamas del “vile attacco”, ma l’organizzazione palestinese considerata dalla Ue un gruppo terroristico nega. Il movimento, in una nota del portavoce Fawzi Barhoum, “condanna l’attacco” e lo definisce “parte dei tentativi di destabilizzare la sicurezza nella Striscia di Gaza, così come di minare gli sforzi in corso per raggiungere l’unità nazionale e la riconciliazione interna”.

Per Barhoum, a commettere questo atto sono state “le stesse mani che hanno assassinato Mazen Faqha e che hanno tentato di uccidere Tawfiq Abu Naim”, con riferimento all’omicidio dell’esponente delle Brigate al-Qassam a Gaza lo scorso maggio e all’attentato contro il capo della sicurezza a Gaza lo scorso ottobre. Hamas ha quindi respinto “le accuse rivolte al movimento dalla presidenza dell’Anp”, accuse che “servono solo agli obiettivi dei criminali” e ha chiesto “agli apparati di sicurezza e al ministero dell’Interno di aprire un’inchiesta immediata e urgente per mettere in luce tutti i risvolti di questo crimine e punire i colpevoli”. Dal canto suo, il portavoce del ministero dell’Interno e della Sicurezza nazionale del governo di Hamas a Gaza, Iyad al-Bazm, ha fatto sapere che “gli apparati di sicurezza stanno indagando sulla natura dell’esplosione”.

Anche Husayn al-Shaykh, membro del comitato centrale di Fatah, ha però puntato il dito contro il movimento di resistenza islamica, al quale ha attribuito “la piena responsabilità per il tentativo di far saltare in aria il convoglio del premier e del capo dell’intelligence”, sottolineando che “questo grave atto criminale costituirà un precedente molto pericoloso e sulla base di questo saranno prese molte decisioni”.

Hamdallah, che aveva deciso di tornare a Gaza anche su pressione della diplomazia egiziana, avrebbe dovuto visitare un centro di purificazione di acqua e avere colloqui a Gaza City con dirigenti di Hamas. Malgrado l’attacco, ha comunque visitato il centro di purificazione nel nord della Striscia e le immagini della sua visita sono state trasmesse in diretta dai media locali. Commentando l’attentato ha parlato di “un grande complotto contro il progetto nazionale (palestinese)”, sostenendo che “Hamas non deve permettere che riesca”.