Il Tar si riunirà il 21 marzo per stabilire se la consultazione sia legittima dopo i quattro ricorsi presentati dal sindaco di Venezia contro gli atti del Consiglio Regionale che hanno dato il via libera
Il 30 settembre prossimo i veneziani decideranno (per la quinta volta) se separare o meno la laguna dalla terraferma, rendendo così Venezia e Mestre due comuni indipendenti. L’annuncio è arrivato dal presidente della Regione. Zaia ha fato sapere che la giunta regionale ha approvato il provvedimento con cui viene indetto il referendum consultivo e ha fissato la data per il prossimo autunno.
Nel 2014 i comitati di cittadini promotori raccolsero e depositarono in Regione quasi novemila firme a sostegno dell’iniziativa, che non è però nuova tra i veneziani: negli anni sono stati fatte ben cinque consultazioni popolari sulla separazione di Venezia da Mestre. L’ultimo, quello del 2003, non raggiunse il quorum. Ora, a quindici anni di distanza, il comitato per l’autonomia ci riprova. Forse: il Tar si riunirà il 21 marzo per stabilire se il referendum s’ha da fare o no. Una questione posta dal sindaco di Venezia e della città metropolitana Luigi Brugnaro che ha presentato quattro ricorsi (due per ciascun ente che governa) contro gli atti del Consiglio Regionale che hanno dato il via libera alla consultazione.
In particolare, Brugnaro contesta il fatto che dalla raccolta firme ad oggi, Venezia e provincia siano diventate Città metropolitana, status che per legge non consente alla Regione di indire referendum sulla separazione del capoluogo, ma solo al Comune. Questo, a sua volta, ha potestà solo se il referendum è indetto su questioni che riguardano il sindaco metropolitano: la legge Delrio non dà altre indicazioni né stabilisce cosa fare in questo caso per la separazione di Venezia e Mestre.
“Che si voti è ancora da vedere – ha dichiarato Brugnaro – bisognerà sentire il Tar, noi impugneremo questa convocazione, come avevamo detto. Aspettiamo di sentire la legittimità di questo atto. Se è legittimo, poi, decideremo il da farsi, quindi un nuovo eventuale ricorso sull’indizione del referendum, che è ancora più legittimo, perché il primo era propedeutico a questo”. “Aspetterei a cantar vittoria, dopodiché ognuno può dire quello che vuole – ha aggiunto – ma io devo verificare che un provvedimento così grande e pesante per la città sia legittimo. Alla fine decideranno i cittadini, ma prima è bene fare una verifica”.
“La Giunta regionale ha semplicemente espletato un impegno preso nei confronti del Consiglio regionale – ha precisato a riguardo il governatore Zaia – io mi fermo qua e non faccio campagna né per il sì, né per il no. L’amministrazione regionale ha l’obbligo di non interferire in queste partite”.
Il voto (se sarà confermato) potrà essere espresso dalle ore 7 alle ore 23 di domenica 30 settembre e gli oneri del referendum saranno a carico della Regione, coordinata dagli uffici del Comune di Venezia. Il quesito referendario chiederà ai cittadini dell’attuale comune di Venezia (che ingloba anche Mestre) se siano favorevoli o meno alla separazione di laguna e terraferma in due comuni autonomi. In caso di vittoria dei sì, e a conclusione dell’intero iter, il Consiglio regionale procederà ad approvare le leggi di istituzioni dei nuovi comuni.