Niente concerti per l’ “assassino” Bertrand Cantat. Dopo una quantità di proteste imponenti in lungo e in largo per tutta la Francia, la rockstar francese ha infine cancellato le date del suo tour estivo. Tutto è nato da una petizione su change.org che ha raccolto oltre 75mila firme e dove si spiegava agli organizzatori del Festival Papillons de nuit, che si tiene a fine maggio in Normandia, dei pericoli di una tale decisione. “Dando spazio a Cantat banalizzate la violenza sulle donne. Vi dobbiamo ricordare che Cantat ha ucciso la sua compagna, Marie Trintignant, a Vilnius in Lituania (…) e che poi nel 2010, Kristina Rady, sua ex moglie e compagna dell’epoca si è suicidata impiccandosi in casa sua (con Cantet presente)? Lettere, testimonianze e registrazioni si sono accumulate negli ultimi 8 anni e hanno dimostrato le violenze che le aveva inflitto il fidanzato”. Insomma, nella petizione si fa presente che invitare a festival, in televisione, o intervistare “assassini e violentatori di donne” sui giornali “presentandoli come idoli (…) non aiuterà a sradicare la violenza contro le donne”.
Cantat uccise la compagna 41enne Marie Trintignant, figlia dell’attore Jean Louis, il 26 luglio del 2003 a Vilnius in Lituania dove la donna stava girando il film Colette. La Trintignant venne ricoverata in ospedale in gravissime condizioni dopo che Cantat l’aveva massacrata di botte rompendole il naso, un’orbita, e provocandole lesioni cerebrali. La rockstar venne condannata a 8 anni, pena mitigata grazie alla testimonianza della ex moglie Rady. Nel 2007, dopo tre anni di reclusione, all’uomo venne concessa la libertà condizionata “per gli sforzi di reinserimento sociale fatti dal condannato e anche per le sue prospettive di reinserimento professionale”. Sforzi vani perché nel 2010 a Bordeaux la Rady si impiccò mentre Cantat dormiva nella stanza accanto. Dopo il suicidio le testimonianze sulle violenze domestiche subite dalla Rady si susseguirono, soprattutto da parte dei familiari della ragazza. Sempre nel 2010 la band dei Noir Desir ha rotto definitivamente il sodalizio artistico con Cantat che ha continuato la sua carriera in solitaria. Carriera peraltro sempre ad alti livelli di pubblico e critica, proprio per un artista che canta di amori tormentati e tragici, ma anche di diritti dell’uomo (L’Angleterre è un brano sul dramma dei migranti che fa accapponare la pelle) e di politiche antiglobaliste e antifasciste. Ultimo in ordine di uscita è l’album del 2017 Amor fati, suonato assieme alla band dei Detroit che lo accompagna dal 2011 anche nei live. Proprio l’uscita del nuovo disco è stata accompagnata da un’intervista del cantante pubblicata da Les Inrockuptibles, in contemporanea con lo scoppiare dell’affare Weinstein, dove tutto il discorso era incentrato sui sentimenti e i tormenti personali e poetici dell’artista.
“Esistono dei buchi neri nel tessuto della vita che non si riempiono”, ha risposto Cantet sulla sua pagina Facebook, annullando comunque la sua partecipazione al festival normanno e agli altri festival estivi in programma. “Tuttavia non ho mai cercato di sottrarmi alle conseguenze e quindi alla giustizia. Ho pagato il debito al quale la giustizia mi ha condannato, ho scontato la mia pena. Non ho beneficiato di privilegi. (…) Desidero oggi, come qualsiasi altro cittadino, fare valere il mio diritto al reinserimento sociale. Il diritto di fare il mio lavoro, il diritto per i miei cari di vivere in Francia senza subire pressioni o calunnie. Il diritto per il pubblico di andare ai miei concerti e di ascoltare la mia musica”. Cantat è però in turné da diverso tempo e continuerà anche nelle prossime settimane. Solo che la protesta di gruppi di femministe e di cittadini si è organizzata in tutti i luoghi dei live di questi giorni. I media francesi stanno così registrando le proteste che avvengono fuori dai palazzetti dello sport prima che Cantet e i Detroit salgano sul palco. Lo stesso cantante sulla sua pagina Facebook racconta degli assalti giornalieri: prima a Montpellier “dove alcuni disturbatori hanno tentato di colpevolizzarmi senza successo”; poi a Grenoble “dove ho voluto avviare una discussione con alcune persone che manifestavano la loro ostilità davanti alla sala. Appena sono apparso si è scatenata una violenza carica di insulti e nessuna possibilità di discutere. Violenza solo violenza, nessun ascolto, nessun scambio: in breve, il ritorno nel medioevo. Queste persone sono sorde e accecate dall’odio”.