Il tribunale di Terni ha condannato in primo grado il neosenatore del M5s per anni alla guida dell’associazione dei consumatori Adusbef. Dovrà risarcire via Nazionale con ventimila euro per alcuni post su facebook e twitter, e un intervento a Striscia la Notizia, in cui commentava 'attribuzione di carte di credito ai dirigenti di via Nazionale. La notizia - riconosce il giudice - è vera, ma viene accompagnata da altre "espressioni colorite e d’impatto"
Dovrà pagare ventimila euro alla Banca d’Italia. Il motivo? Ha utilizzato “espressioni colorite e d’impatto” per commentare l’attribuzione di carte di credito ai dirigenti di via Nazionale. Lo ha deciso il tribunale di Terni condannando per diffamazione Elio Lannutti, neo senatore del Movimento 5 stelle e per anni alla guida dell’associazione dei consumatori Adusbef. Il diretto interessato ha annunciato che farà “ricorso in appello e poi in cassazione, come è già accaduto in passato, venendo totalmente scagionato”.
Il giudice monocratico, in primo grado, ha ritenuto esista una lesione dell’immagine e del buon nome della Banca d’Italia, che era difesa dall’avvocato Claudio Consolo che con i M5s si è candidato all’uninominale al Senato venendo battuto da Emma Bonino. La presunta diffamazione è avvenuta attraverso alcuni post pubblicati da Lannutti su facebook e su twitter, oltre che in un intervento a Striscia la Notizia, nei quali veniva criticata l’attribuzione di carte di credito, con un plafond mensile da 7.500 a 10.000 euro, per circa mille dirigenti dell’istituto. La notizia – riconosce lo stesso giudice – è vera, ma nel post viene accompagnata da altre “espressioni colorite e d’impatto” che invece non lo sono. “Si da ad intendere – si legge nella sentenza – che ogni dipendente di Banca d’Italia in possesso della carta possa spendere in maniera incontrollata tutto il plafond a disposizione ogni mese”. Il giudice contesta anche i “commenti in calce” perchè “violano il limite della continenza” con espressioni come “Banditi d’Italia” e “maiali” che la difesa di Lannutti ha spiegato come la traduzione dell’acronimo Pigs, con il quale vengono indicati alcuni paesi (Portogallo, Italia, Grecia e Spagna) durante la passata crisi economica.
La sentenza fissa anche in 3.235 euro le spese da rimborsare alla Banca d’Italia per il processo, e dispone inoltre la cancellazione di una frase contenuta nella memoria difensiva considerata “sconveniente ed offensiva” dal giudice. “Sono onorato di aver tutelato i diritti della povera gente, dei risparmiatori truffati, nel Paese alla rovescia – ha commentato Lannutti – Rispetto la sentenza ma ricorrerò in appello e in cassazione. E, come è già accaduto in passato, verrò totalmente scagionato. Del resto sono trent’anni che sono sottoposto a rappresaglie per la mia attività in difesa dei risparmiatori”.