“Chi sarà il prossimo segretario del Pd? Interpretare i manicomi è difficilissimo. Dipende da chi prende il potere”. Sono le parole del direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, ospite di Tagadà (La7). “Se vince l’ala governista” – spiega – “cioè di quelli anche più ragionevoli, secondo cui, come ha detto Franceschini, un ritorno alle urne porterebbe il Pd al 5% – 10%, ingrossando le fila del M5s e della Lega, allora se la vedranno Franceschini o Gentiloni o qualcuno dei loro. Se vince Renzi per interposta persona, possono tentare una soluzione Delrio. C’è, però, sempre Nicola Zingaretti, che ha detto che forse si candida, anche se pensava alle primarie, perché era legato alle regole del Pd. Adesso pare improvvisamente che le primarie facciano schifo”. E aggiunge: “Sembra proprio che quei caminetti, che Renzi aveva evocato con orrore nella sua conferenza stampa dopo le elezioni, in realtà siano il luogo dove si sceglierà il nuovo leader. Hai voglia quanta legna stanno portando nei caminetti”. Travaglio poi commenta la direzione del Pd: “Ho avuto l’impressione di un partito che non è in grado di discutere, perché c’è un padrone, cioè Renzi, e ci sono altri che vorrebbero sempre contestargli qualcosa, ma poi non hanno gli attributi per farlo. E quindi si mettono sempre a cuccia, aspettando il verbo. Non c’è un leader in grado di prendere il posto di Renzi e quindi si sono tutti adattati a una reggenza un po’ imbarazzante. Maurizio Martina” – continua – “è una brava persona, ma l’idea che il Pd possa essere guidato da lui fa abbastanza ridere. Infatti, è un partito allo sbando, senza una linea. Ieri hanno detto che erano all’opposizione e già oggi dicono di essere disponibili a prendere in considerazione qualunque cosa che verrà detta da Mattarella. È evidente che siamo alla baraonda totale. E’ un manicomio il Pd ormai”