"Il Parlamento Europeo - spiega l'eurodeputato Giovanni La Via - ha mandato un segnale forte al Consiglio, che non si può più decidere in questo modo: la scelta è stata effettuata in modo sbagliato e in futuro non ci potranno più essere occasioni come questa"
La nuova sede dell’Agenzia europea del farmaco sarà ad Amsterdam. L’Europarlamento di Strasburgo, in assemblea plenaria, ha dato il via libero al trasferimento ponendo però alcune condizioni: “Solo se le autorità olandesi faranno quello che hanno promesso di fare, manterranno l’agenzia. Altrimenti bisognerà trovare altre soluzioni”, spiega l’eurodeputato Giovanni La Via (Ap, gruppo Ppe), relatore in commissione Envi della proposta di regolamento che assegna la sede dell’Ema ad Amsterdam. “Il Parlamento Europeo”, continua La Via, “ha mandato un segnale forte al Consiglio, che non si può più decidere in questo modo: la scelta è stata effettuata in modo sbagliato e in futuro non ci potranno più essere occasioni come questa. Dall’altro lato, è un sì condizionato ad Amsterdam: vogliamo che vengano rispettati i tempi, perché la continuità operativa dell’agenzia è la cosa più importante che il Parlamento vuole”. Il Parlamento europeo ha anche chiesto al Consiglio e alla Commissione di essere incluso nel processo di decisione sull’assegnazione delle agenzie Ue dando così il via libera al trilogo, con 507 sì, 112 no e 37 gli astenuti.
“Siamo riusciti ad avere il mandato alla plenaria per il trilogo. Questo significa che ci siederemo con il Consiglio e la Commissione a negoziare sulla sede della nuova agenzia e sulle condizioni alle quali stiamo subordinando la nostra decisione” spiega ancora La Via. Da un lato, si prevede “che gli olandesi facciano la loro parte nella costruzione della sede temporanea e di quella definitiva. Dall’altro lato quello che abbiamo allegato al mandato negoziale è l’emendamento 15, che hanno appoggiato tutti i gruppi politici, ad eccezione dell’Enf (il gruppo della Lega, partito al governo nella Regione Lombardia, ndr) e l’Ecr, i conservatori”. Alla domanda se ci sono ancora speranze su Milano l’eurodeputato ha risposto: “se si dovesse riaprire” la partita “allora si riapre per tutti. Bisognerà vedere che cosa si deciderà in Consiglio ed in Parlamento, perché in quel caso dovremmo essere pienamente coinvolti nella scelta della soluzione definitiva dell’agenzia”.
Già lunedì scorso la commissione Envi (Ambiente e Sanità) del Parlamento Europeo aveva approvato tre emendamenti di compromesso, nei quali si pongono, tra l’altro, condizioni ad Amsterdam: la sede temporanea, lo Spark Building nella zona di Sloterdijk, dovrebbe essere pronta per l’Ema entro il primo gennaio 2019; la sede definitiva, il Vivaldi Building nella zona del Zuidas, dovrebbe essere pronta per l’Ema al massimo entro il 15 novembre 2019, in modo che l’agenzia ci si possa trasferire il giorno dopo. Commissione e autorità olandesi dovranno inoltre presentare un rapporto scritto al Parlamento e al Consiglio sul progresso dei lavori nelle sedi ogni tre mesi, finché l’Ema non si sarà trasferita nel Vivaldi Building. Viene anche denunciata la dichiarazione congiunta del 2012, in forza della quale il Parlamento Europeo aveva delegato le decisioni in merito alle agenzie al Consiglio.