Violenza sessuale, gli abiti delle vittime in una mostra contro il peggiore dei pregiudizi: “Com’eri vestita?”
Sono diciassette in tutto, ma le storie che questi vestiti raccontano sono molte di più. La mostra-denuncia inaugurata alla Casa dei Diritti di via de Amicis a Milano e organizzata dal Centro antiviolenza ‘Cerchi d’acqua’, è stata pensata per dare voce alle centinaia di donne che, solo a Milano, ogni anno subiscono violenza sessuale. “Com’eri vestita? Cosa indossavi?” Il titolo si ispira alla domanda che troppo spesso queste donne si sentono fare, un interrogativo accusatorio che ribalta l’attribuzione della responsabilità dall’autore alla vittima, come se la violenza fosse originata da un comportamento inopportuno, un modo di vestirsi “sbagliato”, che fosse un vestito, un pigiama o un paio di jeans. “La donna non aveva acconsentito”, rilancia Silvana Milelli del centro antiviolenza. “Non serve altro, è questa l’unica cosa che conta”